
In questo libro O'Loughlin libera l'eucaristia dallo spazio chiuso dei tabernacoli. E la libera anche dai polverosi scaffali delle biblioteche, là dove è stata a lungo confinata dai teologi. Mantenendosi sempre rispettoso, riesce a collocare il corpo di Cristo sulla mensa delle nostre case, perché possiamo condividerlo in particolare con quanti vivono in situazioni svantaggiate o di rifiuto. L'eucaristia non è infatti un oggetto, men che meno un oggetto statico di adorazione, bensì un evento di ringraziamento senza tempo, un banchetto imbandito dal Dio di Gesù al quale ognuno può trovare posto: lo impongono questioni di giustizia. Questa meditazione ci nutre e ci ricorda con la sua freschezza che è il popolo di Dio ad essere chiamato a celebrare il proprio mistero di fede. Eucaristia è dunque un verbo, più che un nome: è l'azione semplice e potente di "condividere un pezzo di pane". O'Loughlin ce ne illustra le implicazioni dirette per tanti aspetti della nostra vita: dalla costruzione di una comunità alla giustizia alimentare. È prendersi cura l'uno dell'altro e accogliere gli altri alla stessa mensa come fratelli e sorelle.
Tutti quanti vorremmo celebrare bene e fare esperienza di liturgie belle, sentite. Ma qual è il procedimento migliore da seguire? Questo libro offre una via percorribile per rafforzare la nostra fede, edificare la comunità cristiana e puntare in direzione di celebrazioni liturgiche radicate tanto nella nostra natura di esseri rituali quanto nel vangelo di Cristo. Riti corretti ci spiega perché una buona liturgia è importante, ci insegna come riconoscerla e come valutarla rispetto a una visione più ampia della fede cristiana. Thomas O'Loughlin - appassionato osservatore del culto, ma anche della vita - individua dieci princìpi cui ispirarsi per una celebrazione efficace: la liturgia deve essere vera, aperta, gioiosa, inclusiva, radicata nella comunità e atta a favorirne la partecipazione, basata sulla creazione, fedele al modello dell'incarnazione; deve altresì prestare attenzione agli emarginati ed evitare qualsiasi confusione. Le celebrazioni ben riuscite rafforzano la vita di fede, mentre le cattive celebrazioni la indeboliscono: ecco perché questa griglia di princìpi, concisa, senza aridi tecnicismi, promette di portare nuova linfa ad ogni comunità che celebra il suo Signore. Una guida all'"arte di celebrare" che ha molto da offrire sia alla riflessione personale (per sacerdoti, diaconi, ministri) sia alla riflessione condivisa (nei gruppi liturgici).