Il mito di Garibaldi e dei Mille riletto attraverso alcuni snodi cruciali della storia dell'Italia unita, ricorrendo alla testimonianza dell'arte, tra letteratura, pittura, scultura e cinema, alla sua forza celebrativa ma anche demistificante, alla sua capacità di prendere alle spalle i grandi eventi canonizzati della storiografia e i monumenti a essi dedicati.
Questo e molto altro nelle pagine di Massimo Onofri, dove ci si interroga su alcune liturgie fondative della nuova Italia che si va facendo, quella che prova a riconoscersi in uno di miti più pertinaci e ambivalenti che ci ha lasciato il Risorgimento. Per una molto amara constatazione: ciò che viviamo oggi, l'abbiamo già vissuto ieri.
Massimo Onofri è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso l'Università di Sassari. Collabora a "L?Indice dei libri del Mese", "Nuovi Argomenti", "La Stampa", "Avvenire". Ha pubblicato, tra l'altro, Toria di Sciascia (Laterza 1994, nuova edizione 2004), Il canone letterario (Laterza 2001), La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo (Donzelli 2007, Premio "Brancati" per la saggistica), Recensire. Istruzioni per l'uso (Donzelli 2008), Nuovi sensi vietati. Diario pubblico e contromano 2006-2009 (Gaffi 2009), Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo (Donzelli 2009), Il secolo plurale. Profilo di storia letteraria novecentesca (Avagliano 2010).
L'intero universo narrativo e saggistico di Sciascia, dai suoi primi scritti alle celebri "Parrocchie di Regalpetra" sino a "Una storia semplice", che assume i segni di un testamento etico e morale. Emerge il profilo di uno scrittore ossessionato dall'irrazionalità del Male, dal meccanismo del Potere, radicalmente scettico seppure non privo di religiosità, legato come pochi altri alle vicende politiche e civili italiane.