La convinzione che la matematica abbia molto in comune con la poesia è assai diffusa fra i matematici. Perché dunque molti studenti manifestano un’avversione e una chiusura così ostinate e totali verso la matematica, considerandola un sapere freddo e arido? Osserman e altri professori della Stanford University giunsero alla conclusione che la colpa è soprattutto dell’insegnamento, e che si dovrebbe fare tutto il possibile per presentare un’immagine viva dell’essenza della matematica e della sua funzione concreta nella storia della conoscenza. Dal programma che ne seguì è derivato anche questo libro, che racconta in modo chiaro e accattivante il contributo dato dalla matematica all’esplorazione del mondo, dalle prime misurazioni della Terra nell’Antichità fìno alle più avanzate teorie cosmologiche di oggi.
Le creazioni più bizzarre della mente umana e le figure più affascinanti della storia della scienza si incontrano in queste pagine, che costituiscono un’ideale introduzione alla matematica e alla scienza. Vedendo in quale misura le creazioni apparentemente più fantastiche della matematica abbiano fornito all’uomo strumenti per comprendere i segreti della natura, anche il lettore sarà costretto a chiedersi con il grande fisico teorico Wigner quale sia la causa della «irragionevole efficacia della matematica nelle scienze della natura». E a chiedersi se il matematico sia un inventore o uno scopritore.