Questo volume nasce da una ricerca ideata e condotta dall'artista e docente Maurizio Osti insieme ai suoi studenti del corso di Grafica Progettata dell'Accademia di Belle Arti di Bologna nell'a.a. 2005-2006. Stampato per la prima volta nel 2013 in un numero limitato di copie, il volume raccoglie sessantacinque elaborazioni visive realizzate da trentotto studenti del logotipo Viriditas, termine antico e ricco di potere evocativo che, nel pensiero della mistica tedesca Ildegarda di Bingen (1098-1179), sta a indicare la forza vitale, generativa, presente a tutti i livelli e in ogni stato o elemento della realtà. Definita da Osti come «energia creativa cosmica allo stato nascente», la Viriditas costituisce quindi l'origine di ogni fenomeno, compreso quello dell'arte. Alla base del suo progetto didattico, infatti, vi era l'idea che l'estrema apertura semantica della parola desse allo studente la possibilità di spaziare con l'immaginazione, ritrovando una naturalità dell'atto creativo. Questa edizione del volumetto, arricchita dalla traduzione inglese dei testi, si offre dunque a un più ampio pubblico con l'intento di attualizzare, mediante la forza della sperimentazione grafica, un concetto fondamentale della nostra esistenza.
Libro-catalogo il cui neologismo del titolo mette insieme, la tecnica della foto Polaroid con il termine portrait, (ritratto) in inglese che, associato al simbolo di copyright vuole enunciare immediatamente l'originalità dell'operazione. Come scrive Valerio Dehò critico e autore del testo, l'artista propone un'operazione di salvataggio dell'aura, utilizzando, non in modo canonico, la polaroid stessa e attraverso l'uso del silicone quella del ritratto d'artista come veicolo assoluto, unico, legato alla vocazione originaria della pittura. Osti in questi polaportraits riesce a dare fisicità al volto, il silicone perturba, inquieta, ferisce l'immagine, elude la serialità ingannandola proprio con l'ultima fotografia, con lo strumento di riproduzione che si nega per far sopravvivere l'arte e l'enigma dello sguardo. L'artista parte da un'immagine fotografica e vi aggiunge tutta la memoria dell'arte che va dalla tavola di legno, ricordo della pittura, fino al XVI secolo e di un'altra tecnica come la foglia d'oro che richiama storie bizantine o comunque le articolazioni del sacro, come rimanda il sottotitolo "Icone d'Occidente". Polaportrait si può dire che sia una cellula di sopravvivenza per tecniche fotografiche in estinzione, per un'idea di pittura legata ancora al mistero dello sguardo.
I testi di Francesco d'Assisi accompagnati dai "pensieri sull'amore" di Riccardo di San Vittore, con l'interpretazione grafica di Osti, per una interiore e religiosa esperienza artistica.