Con l'"Ars amatoria" Ovidio crea un'opera sotto molti aspetti rivoluzionaria per i suoi tempi. Essa è infatti un ibrido di generi letterari: manuale d'amore, repertorio di temi e movenze della poesia d'amore latina (elegiaca in special modo), spaccato della società galante dell'età augustea. In quest'opera si intrecciano spunti letterari e repertorio mitico, istruzioni su come sedurre qualcuno e consigli su come curare il proprio aspetto, ma anche i pregi e i difetti delle posizioni da tenere nel rapporto sessuale. Un'opera che è specchio dell'epoca ma è anche capace di delineare i meccanismi che regolano i rapporti tra uomo e donna. Il tutto amalgamato da una scrittura versatile e leggera. capace di modulare registri diversi e dominarli tutti con il medesimo controllo. Un archetipo della trattatistica d'amore della tradizione occidentale, un libro eterno e universale. Prefazione di Anna Giordano Rampioni.
Le "Metamorfosi", il capolavoro di Ovidio, sono un poema di circa 12000 versi in quindici libri nei quali sono narrate le trasformazioni di esseri mitici o persone reali in cose, animali o piante. Le metamorfosi raccontate sono circa 250 ma Ovidio si propone, mediante esse, di presentare una storia complessiva dell'universo a partire dal Caos che si trasforma in Cosmo obbediente alle leggi di natura per finire con l'apoteosi di Giulio Cesare e la glorificazione di Augusto. Il volume contiene il testo in latino delle "metamorfosi" con la traduzione a fronte, un'articolata introduzione che mette a fuoco il significato poetico, politico, religioso e sociale del poema, una Nota bibliografica e una Nota critica.
È uno dei classici dell'antichità più amati non solo da grandi poeti e scrittori ma anche da un pubblico vastissimo di lettori: Ariosto ne era innamorato, Dante lo cita più volte, ha ispirato Shakespeare, D'Annunzio e Montale, commuove con le sue tragiche storie d'amore, diverte con la sua ironia. "Le Metamorfosi" è un libro che affascina perché racconta duecentoquarantasei bellissime favole, tutte dedicate al gioco, tanto caro ai Greci che ne riempirono il loro mondo magico, del cambiamento improvviso e totale, della trasformazione, Sorprende e fa riflettere scoprire che protagoniste di questi ultimi e definitivi esiti di passioni, di offese mortali e follia sono soprattutto donne, dai nomi fatali: Europa, Armonia, Medea, Medusa, Filomela, Arianna, Tisbe, Eco, come a testimoniare la sensibilità di Ovidio - poeta romano esiliato, cacciato e abbandonato come qualcuna delle sue eroine - per l'universo femminile. Con la profondità del sentire e la potenza dell'invenzione poetica, ci trascina attraverso i quindici libri del suo capolavoro come attraverso un mare di immagini, dove prendono vita i personaggi più diversi, ma dove soprattutto è la voce delle donne a modulare la paura, l'amore, l'odio e la disperazione a fronte di un universo maschile che è già di pietra.
Il romanzo d'amore fra Ovidio e Corinna, nucleo centrale di questo libro, è fra i più particolari della letteratura romana. Ripreso dall'esempio di altre celebri raccolte di liriche erotiche e sentimentali, gli Amores si rivelano quasi come una parodia del genere, evidenziando tutti gli aspetti umoristici e satirici delle relazioni amorose. Il poeta, ben lungi dall'esaltare la fedeltà, si vanta di poter amare due donne insieme, di poter beffare mariti gelosi e persino di poter dividere la stessa donna con altri.