Il modello del distretto ha ancora un suo perché, e a quali condizioni? Il presente studio dimostra come, nell'era della competizione globale e della crisi produttiva italiana, i distretti rimangano un modello valido di organizzazione economica delle attività delle imprese, a condizione tuttavia di assorbire i valori decisivi della cultura e della creatività. Nell'urgenza di una nuova stagione dell'economia locale, infatti, sono i distretti produttivi della creatività, in quanto massima espressione dei neodistretti economici evoluti, quelli che - incorporando la cultura e l'innovazione creativa come i più efficaci driver del cambiamento e interpretando la contemporaneità senza tradire il legame con l'antico territorio - possono ambire a presentarsi come i distretti economici del futuro. Anche per i distretti industriali tipici del made in Italy, la cultura assumerà una rilevanza che non si esaurisce nell'ambito delle sole filiere creative ma diviene risorsa trasversale per favorire i processi innovativi anche nelle filiere più tradizionali del territorio. Questa ricerca, partendo dalle tendenze evolutive dei distretti post-fordisti, analizza poi l'identità dei neodistretti industriali e le relative politiche nell'esperienza italiana, fino a uno studio di caso sul Distretto Puglia Creativa, unico distretto produttivo della creatività riconosciuto con legge regionale.