Architetto dei giardini, collaboratore di giornali e riviste d'opinione e specialistiche, vicepresidente per l'Italia della International Dendrology Society, Pejrone dedica questo libro all'amore, la disciplina, l'arte di badare a orti e giardini, all'arte di capire le piante. Offre molti esempi del "ben fare" ma anche numerosi esempi del "mal fare", trasferendo nel testo anche una buona dose di polemica, fra politica, estetica e lavoro sul campo.
"È antica ed agricola usanza indicare l'autunno come l'ultima stagione dell'anno: non per nulla, verso la metà di novembre, il giorno di San Martino era stato scelto, secondo la tradizione delle nostre campagne, come data di fine e di inizio dei contratti agricoli. Sono giorni che normalmente corrispondono all'esaurimento della produzione e all'inizio della coltivazione." Ricordandoci che ogni stagione ha un suo preciso ruolo nel calendario agricolo, Paolo Pejrone racconta in questo libro le bellezze del giardino in autunno, la stagione dei colori rosso-dorati e dei tappeti di foglie che egli non esita a definire eleganti. Quella di anemoni e camelie, di bacche e ricci di castagne, dell'uva americana e degli alberi carichi di cachi. Anche l'orto regala ortaggi dai sapori antichi e un po' desueti: cavoli, broccoli, verze e zucche, piccoli peperoni verdi e tenero soncino, l'ultima insalata della stagione. L'autunno, infine, è la stagione delle brinate e dei primi freddi, quando si prepara la legnaia con le scorte per l'inverno: "Una legnaia vuota" ammonisce, "è malinconica e triste, non promette bene... D'autunno deve essere colma fin dall'inizio". Per concludere che il "sempre sospirato sonno tranquillo è il frutto anche di tante, accorte, previdenti e mirate saggezze..."
Oppressa da una frenetica gestione del tempo, la nostra epoca ha un grande bisogno di pazienza, virtù protagonista in questo libro di Paolo Pejrone, senza alcun dubbio nostro "giardiniere" per eccellenza, principale responsabile della nuova attenzione culturale che circonda piante e giardini. Il lavoro del giardiniere richiede un senso diverso del tempo e del vivere: "in giardino non c'è fretta", come recita uno dei capitoli del libro. Il tempo della natura non può essere forzato e costretto. E, in questo modo, l'astuzia della ragione ci conduce a una sorta di "piccola ecologia del bello": il bello diventa un mezzo per raggiungere il buono. Il curare i fiori, il crescere con delicatezza e attenzione piante e alberi si rivela, nella sua necessaria lentezza, un modo per cambiare il nostro atteggiamento verso il tempo. "La pazienza del giardiniere" vuole chiarire e ribadire la concezione, imperniata sulla semplicità, che Pejrone ha del giardino, aborrendo e esecrando ogni sofisticazione, sia concreta che metaforica. Il libro evidenzia poi il rapporto che la società civile deve avere con il verde pubblico, denunciando il dilettantismo e l'arroganza con i quali spesso si agisce nel costruire e curare giardini e altri spazi comuni.
Per Paolo Pejrone le necessità primarie di un orto sono poche ed essenziali: il sole, l'acqua, la buona terra, il concime naturale, e poi molta pazienza nel coltivarlo. "Un orto - scrive - è il risultato di tanto lavoro: la zappa e la vanga, il rullo e il rastrello non vanno mai adoperati al risparmio." Gli orti raccolti in questo volume sono generalmente parte di un più ampio giardino nel quale si integrano con armonia. Sono orti di varia dimensione e natura, anche per le diverse caratteristiche climatiche del luogo in cui sorgono, poiché sono disseminati tra il Piemonte e il Lazio, in zone pedemontane o in aperta campagna, in riva a un lago o affacciati sul mare. Alcuni si distinguono per l'apparente naturale semplicità, essenziali elementi strutturali come pergolati, tralicci e tutori. In altri, lo spazio coltivato è ordinatamente diviso in "stanze" da vere e proprie pareti vegetali; oppure in aiuole delimitate da cassette di rami intrecciati o da semplici bordure di fiori. In altri ancora, ortaggi, frutti ed erbe aromatiche sono volutamente mescolati a creare un effetto di lussureggiante allegria. Infine ci sono gli orti decorativi, in cui ai tradizionali ortaggi si aggiungono o si sostituiscono i fiori coltivati. Gli oltre venti orti, disegnati dai più importanti progettisti di verde attivi oggi in Italia, sono altrettanti esempi di spazi coltivati con finalità alimentari dove anche l'occhio ha la sua parte, dove è piacevole passeggiare e sostare ad ammirare la natura.
L'autore di questo libro è il più noto e talentuoso architetto di giardini attivo oggi in Italia, Paolo Pejrone. Attraverso una selezione di 14 giardini, tutti situati tra il Piemonte, la Toscana, la Riviera, il Lazio e la Corsica, Pejrone racconta come affrontare il lavoro del garden design, traendo sempre spunto dal genius loci e rispettando la flora naturale che caratterizza ogni luogo. 170 magnifiche fotografie a colori sono corredate di brevi testi e didascalie che illustrano puntualmente - e con molti spunti pratici - il rapporto tra spazi coltivati e vegetazione spontanea, le scelte di fiori e piante, le caratteristiche climatiche e necessità idriche.
Architetto dei giardini, collaboratore di giornali e riviste d'opinione e specialistiche, vicepresidente per l'Italia della International Dendrology Society, Pejrone dedica questo libro all'amore, la disciplina, l'arte di badare a orti e giardini, all'arte di capire le piante. Offre molti esempi del "ben fare" ma anche numerosi esempi del "mal fare", trasferendo nel testo anche una buona dose di polemica, fra politica, estetica e lavoro sul campo.
Se è vero che "in giardino non si è mai soli" è ancora più vero che il giardino impone (e fa apprezzare) virtù come la tenacia, la diligenza, la caparbietà. Il rapporto con la terra e le piante è fatto di ostinazione, di prove, di interventi che misurano, molto pragmaticamente, la tenzone fra l'innamorata intelligenza del giardiniere e la stizzosa resistenza, la finta cedevolezza, l'umorale compiacenza di una flora che l'immaginazione, incautamente, dipinge come gentile. Attraverso una serie di ritratti di celebri e meno celebri giardinieri, Paolo Pejrone ci racconta le gesta di professionisti, amatori o semplici ortolani che hanno dedicato la loro vita al giardino.