Tenera melanconia, tramonti, ricordi. Un passato bellissimo vissuto in un mondo scomparso, quello delle Colonie. Un'epoca lontana vista con infinita nostalgia dagli occhi di una donna. Anni trascorsi in paesi stupendi come erano allora: Etiopia, Eritrea, Kenya, Somalia. In Maldafrica tutto è reale ma una verità ne sovrasta ogni altra: per quanti danni l'uomo possa fare alla terra non riuscirà mai a rovinare un tramonto forse perché il sole che scompare ha un significato ben più profondo di una semplice giornata che finisce. Nel racconto il tramonto si identifica con la vita che scappa e se ne va, scivolando tra le dita di una ragazza, come la sabbia rosa che raccoglieva sulle spiagge delle isole Bajuni. Gioie, dolori, emozioni, vittorie, sconfitte, malattie, amori, come nella pellicola di un vecchio film, lentamente si sfuocano e finiscono per scomparire. Piccola come un fotogramma, la scintilla di speranza è nascosta in quel tramonto che di ogni giornata è il momento più bello ma inevitabilmente diventa anche il più triste.
Nicola Pietrangeli è uno dei campioni del tennis: ha vinto due volte gli Internazionali d'Italia e due volte il Roland-Garros, è arrivato (unico italiano nella storia) in semifinale a Wimbledon e nel 1976, come capitano non giocatore, ha vinto la Coppa Davis in Cile. In questa animata conversazione con Lea Pericoli narra l'epopea di uno sport, secondo la sua opinione,non eisiste più, travolto com'è dal professionismo e dalla commercializzazione. E racconta una vita in bilico tra l'asprezza del dopoguerra, la Roma della "Dolce Vita", i primi stratagemmi per sbarcare il lunario, l'amicizia con Mastroianni e i suoi grandi amori. "Dicono che se ti fossi allenato come si deve avresti vinto molto di più" dice Lea a Nicola. E lui risponde: "Ma non mi sarei divertito neanche la metà".