La sfida di questo saggio è percorrere la vicenda del pensiero filosofico considerandolo come lo snodarsi di un racconto che ha qualcosa da dire a tutti. Non dunque un'esposizione erudita e analitica dei diversi sistemi di filosofia considerati come tasselli di una disciplina specialistica, ma il tentativo di individuare per ciascun autore il fulcro della sua proposta, quella parola attorno a cui le sue riflessioni si sono affaticate e che egli ci ha voluto trasmettere. Così facendo, la filosofia diviene il fluire variegato di grandi prospettive di senso, capaci ciascuna ancora oggi di interpellarci. Essa è un racconto a più voci a noi rivolto. Ma perché ciò avvenga, chi ne dà conto e chi vi si accosta devono sentirsi partecipi di questa drammaturgia complessiva, in cui ognuno è chiamato a osare a sua volta una propria personale prospettiva.
La questione dell'essenza della religione ha ispirato, specie tra Otto e Novecento, numerosi grandi autori. Oggi però "religione" suona come un termine scivoloso: qualifica un oggetto d'indagine paradossale. A maggior ragione sembra infondata la pretesa di penetrarne l'"essenza", il senso riposto. E, tuttavia, la vita smentisce in modo solenne il ragionare troppo astratto: il fenomeno religione continua a muovere esistenze individuali e collettive. Di qui la curiosità di riprendere a fondo il tema dell'essenza della religione, in generale, e del cristianesimo, in particolare.
Di fronte all'attenzione della filosofia per la ragione, il sentimento ha finito per essere l'altra faccia, invisibile, della luna. Nondimeno, indagare il modo in cui si è parlato del sentimento aiuta a comprendere i modelli di ragione e ad avviarne un rinnovamento. Il sentimento sembra dominare la sfera privata, la ragione quella pubblica. Ma alla filosofia non potrebbe toccare il compito di riconciliare l'infranto?