Il libro racconta due imprese straordinarie. Il deserto del Taklimakan, chiuso fra le montagne hymalaiane, è il secondo deserto al mondo dopo il Sahara per superficie inabitabile. Carla Perrotti l'ha attraversato da nord a sud per 550 chilometri, di cui 400 mai toccati da orma umana, in 24 giorni di solitudine assoluta. Nell'australiano Simpson Desert, invece, Perrotti ha percorso 430 chilometri in 24 giorni "accompagnata" da dingo, falchi ed emù.
"Sahara, Salar de Uyuni, Kalahari. Tre esperienze totalmente diverse ma legate da un unico filo conduttore: il bisogno di solitudine in grandi spazi aperti, la necessità di vivere a contatto stretto con la natura nelle sue forme più intense, in poche parole, il Deserto". Perché un essere umano, e in particolare una donna, decide un giorno di sfidare il senso comune e di rischiare la vita per attraversare il deserto? Carla Perrotti non vuole dimostrare niente a nessuno, non vuole sfidare la natura ostile, non vuole provocare il fato. Il deserto per lei, nelle sue varie manifestazioni, rappresenta la Natura e il suo desiderio è quello di entrare in sintonia con essa, divenire tutt'uno, viverne la profonda armonia, quell'armonia di cui, apparentemente, proprio il deserto sembra totalmente privo. Le esperienze che l'autrice narra, sebbene diverse tra loro, hanno un filo comune: comprendere la natura, fondersi con essa.