Tradizionalmente tradotto con verosimile o probabile, eikos appartiene a quell'insieme di nozioni della Grecia classica caratterizzate da una densità semantica tale da rendere difficile trovare un suo corrispondente univoco nelle lingue moderne. Il libro ricostruisce la storia di questa nozione nel pensiero greco classico e al tempo stesso ne mette a fuoco la fecondità teorica. Tale ricostruzione consente infatti di inserire in maniera fruttuosa il concetto di eikos all'interno del dibattito contemporaneo intorno a questioni filosofiche cruciali, prima fra tutte quella che ruota attorno alla nozione di verità.
Il potere persuasivo del linguaggio ha sempre suscitato un misto di ammirazione e timore. Un simile atteggiamento ha condizionato la fortuna della disciplina che si è occupata degli usi persuasivi del linguaggio: la retorica. Dopo i fasti dell'epoca classica essa ha visto prima decadere il proprio prestigio per ritrovare poi fecondità teorica nel pensiero del Novecento. Il libro suggerisce un'idea di retorica come luogo nel quale emerge l'intreccio, cruciale per la riflessione sulla natura umana, tra linguaggio, cognizione, desiderio e responsabilità. Un'idea che affonda le sue radici nel mondo greco e che aveva già trovato nel pensiero aristotelico la sua più compiuta elaborazione.