L'esigenza di esplorare e intervenire nell'intreccio tra i vincoli e le risorse, propri di ogni sistema familiare, è nata dalla necessità di affrontare i complessi problemi di pazienti, giovani adulti, che soffrono delle cosiddette patologie gravi: psicosi e disturbi gravi di personalità. Le famiglie qui prese in esame si dibattono tra sentimenti di sfiducia e disperazione connessi al crollo dei fondamenti positivi del legame familiare. Nell'impossibilità di sviluppare un autentico dialogo tra bisogno di appartenenza e bisogno di individuazione, sono soffocate dal peso di miti rigidi che ostacolano lo svolgimento dei compiti evolutivi e negano la genitorialità imbrigliati nell'evitamento sclerotizzato di ogni cambiamento. Gli elementi centrali del libro sono costituiti dalla trasformazione del nodo, identificato nelle componenti implicite della domanda familiare, in nocciolo del problema dal quale sviluppare il lavoro terapeutico, e dalla realizzazione di circuiti di cura integrati, all'interno dei quali ciò che conta è connettere le trame familiari con le trame terapeutiche tessute nella pluralità di setting e luoghi necessari all'intervento.
Le storie raccolte nel volume parlano tutte di silenziose vicende di una stessa inesorabile discesa verso il niente: due vicini, separati solo da una siepe, che non si conosceranno mai ("Il muro verde"); un padre e un figlio incapaci di intendersi e in conflittuale rapporto tra loro ("Un padre troppo giovane"); un ragazzino che scopre il significato profondo della parola "fortuna" ("I due figli di Zelinda"); un uomo che, ammalatosi, perde il gusto del vivere e, una volta scoperto che guarirà, la necessita della vita ("Cinque lettere di addio"), e così via.