La società contemporanea si è strutturata evolvendosi da un nucleo più piccolo, ma che ancora oggi costituisce il suo punto nevralgico: la famiglia. Le famiglie in passato sono state il luogo in cui si formavano i nuovi cittadini grazie al ruolo di guida svolto dai genitori, nelle quali si trasmetteva un sistema di valori e si esercitava il dissenso. La capacità dei giovani di creare una propria identità in opposizione a quella dei genitori e la necessità di trovare uno slancio verso l'esterno sono sempre stati i passaggi fondamentali per diventare adulti responsabili e consapevoli. L'autorevole psicoanalista Laura Pigozzi esplora in questo saggio la crisi attuale della famiglia, alla radice di una tragedia sociale più vasta e ferocemente distruttiva: i genitori hanno rinunciato al ruolo di guida preferendovi quello di una protezione infinita. È qui che nasce il concetto di plusmaterno come fallimento della cura e rivelato da una deresponsabilizzazione educativa. Attraverso la nozione di disobbedienza civile elaborata da Hannah Arendt, l'autrice sviluppa in queste pagine un'inedita rilettura delle origini del totalitarismo e, analizzando alcuni casi emblematici di rapporti genitoriali fallimentari, traccia un percorso che si specchia nelle crisi della società contemporanea. Perché ogni futuro cittadino nasce in una famiglia ed educare i figli alla responsabilità e all'autonomia significa crescere una società più democratica, fatta di adulti consapevoli.
La famiglia, all'origine della civiltà, oggi ne sta decretando la fine. È una crisi che investe l'intera società perché ciò che accade all'interno della famiglia ha rilevanza sul sociale e sul futuro dell'uomo. I genitori hanno rinunciato al ruolo di guida proteggendo all'infinito i figli: è il plusmaterno che nasce dal fallimento della cura e sospende il momento della responsabilità. La generazione che ha contestato sta crescendo figli e nipoti docili, pronti all'assoggettamento. Cosa è successo? I giovani che non dissentono permettono al fantasma mai sconfitto dell'antica tendenza dell'essere umano alla sottomissione di giocare la partita della vita al posto loro, rovesciandola in morte. Laura Pigozzi, psicoanalista, esplora in questo saggio come lo scacco della famiglia sia la radice di una tragedia sociale più vasta e ferocemente distruttiva. Attraverso il concetto di disobbedienza civile elaborato da Hannah Arendt, prende forma in queste pagine una inedita rilettura delle origini del totalitarismo che per la prima volta riesce a spiegare le conseguenze politiche della pulsione di morte freudiana e ci permette di riscoprire alcuni casi emblematici di rapporti genitoriali fallimentari, come quello di Hitler con sua madre. «L'adattamento di un giovane» ci ricorda l'autrice «ha sempre qualcosa di immorale» perché sia un soggetto che una comunità si fondano sulla divergenza. È nelle famiglie che i ragazzi dovrebbero allenarsi a trovare lo slancio verso l'esterno, diventando adulti. Fallire questa trasformazione significa condannarli a un'eterna infanzia, che apre le porte non solo ai dittatori bambini ma anche a quelli veri.