La Russia ha sempre coltivato una sorta di "tentazione autocratica". Lungo la storia del pensiero politico russo infatti sono stati molti i pensatori che hanno teorizzato che la Russia può prosperare solo sotto un regime autocratico. Il libro di Pipes costruisce un ritratto del pensiero conservativo russo, dei timori di disintegrazione dello stato e delle varie teorie alternative che nel frattempo si è cercato di elaborare.
In questo saggio incisivo e brillante Richard Pipes afferma che la proprietà privata è da sempre un ingrediente decisivo non soltanto del programma economico, ma della libertà e della democrazia. A sostegno della sua tesi prende in esame una vasta gamma di sistemi nazionali e politici, dimostrando che la proprietà privata è servita nei secoli a limitare il potere dello Stato e a permettere alle istituzioni democratiche di evolversi e prosperare.
Partendo dalla Grecia e da Roma, a cui dobbiamo la nostra nozione di proprietà privata, Pipes prosegue mostrandoci come questo concetto si è sviluppato nel tardo Medioevo con l’espansione dei commerci e il sorgere delle città. Quindi contrappone l’Inghilterra – una nazione in cui i diritti di proprietà e la democrazia parlamentare sono cresciuti di pari passo – alla Russia, dove per secoli le limitazioni alla proprietà sono state sistematicamente complici di regimi autoritari. Infine, propone alcune riflessioni sulle tendenze attuali e future negli Stati Uniti.
Proprietà e libertà è un contributo penetrante e originale alla riflessione politica su un argomento di importanza essenziale.
Perché è avvenuta la caduta dello zarismo? Perché trionfarono i bolscevichi? Perché Stalin succedette a Lenin? Sono questi i tre "perché" a cui questo libro cerca di dare una risposta. Un volume che illustra uno degli eventi più importanti del XIX secolo.