Roma, seconda metà del I secolo d. C. Un anziano Vescovo narra alla sua comunità il suo incontro personale con Gesù, il crocifisso risorto. Quel Vescovo è Pietro, il pescatore di Galilea chiamato da Gesù a diventare "pescatore di uomini" (cf. Mc 1,14-20). Il suo segretario, Marco (At 12,12), autore del più antico dei Vangeli, conserva con cura la memoria di Pietro, il pescatore diventato pastore del gregge di Cristo.
Dopo la morte e risurrezione di Gesù, Pietro viene nuovamente chiamato dal risorto, questa volta a diventare pastore: "Mi ami? Pasci le mie pecorelle" (cf. Gu 21,15-22). Pescatore e Pastore, due chiamate che trasformano radicalmente la vita di Pietro: da mile pescatore di Galilea a pescatore di uomini e pastore del gregge che Cristo ha riscattato a prezzo del suo sangue.
Il sussidio, pensato per i catechisti e i formatori, intende indicare un sentiero possibile per l'avvio di percorsi di annuncio e catechesi che non siano unicamente in preparazione a qualcosa (i sacramenti) ma si pongano come una Catechesi per la vita, in tutte le sue stagioni (dalla prenatalità alla pre-adolescenza, dall'adolescenza e oltre fino all'età adulta) in cui i sacramenti (non solo quelli di iniziazione cristiana ma l'intero settenario sacramentale) si pongono come gemme che rendono prezioso e sostengono adeguatamente il cammino di fede, per la vita: una catechesi che parta non da risposte preconfezionate, espressione di una visione sistematica tipica degli adulti, ma dall'ascolto delle domande di senso caratteristiche di ogni snodo esistenziale nelle diverse età e stagioni della vita. In tali soglie di senso occorre imparare in maniera sempre nuova a portare e sostenere l'annuncio del Vangelo.
Lo Spirito che ha mosso la vicenda degli uomini e delle donne di Israele e della prima comunità cristiana ed ha ispirato la redazione dei libri biblici è lo stesso Spirito che anima, consapevolmente o no, la vita di ogni discepolo. Essendo Parola di Dio in linguaggio umano la Sacra Scrittura va letta come parola dotata di un senso specifico ma non per questo esclusivo, compiuto ma non per questo necessariamente univoco, va letta come parola incarnata che spinge dentro la storia ma anche oltre la storia. La tradizione cristiana ha sempre riconosciuto oltre il senso letterale da leggere un senso spirituale da scorgere, desiderare e contemplare in una lettura adeguata del testo biblico, una lettura orante delle Scritture: una lectio divina. Gli apporti del movimento biblico e l'esegesi storica, la riforma conciliare del Vaticano II e il fiorire di diversi approcci e studi biblici hanno favorito un'ampia possibilità di accesso alle Scritture e al loro senso fondamentale a partire dal metodo storico-critico; tuttavia oggi si avverte il bisogno di una lettura delle Scritture che continui a "riscaldare" i cuori come nell'esperienza di Emmaus: «ardeva... in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture» (cfr. Lc 24,32). Chiedersi a che serva oggi il rilancio di un approccio orante alla lettura delle Scritture ha senso per l'ermeneuta della sacra pagina, per le comunità ma anche per chi si accosta al testo biblico presumendo di restarne un lettore "esterno".