Il fenomeno burocratico è universalmente presente nelle società contemporanee. In ciascuna presenta effetti riprovevoli così vari e molteplici da far dimenticare per quali ragioni storiche e concettuali la burocratizzazione ha costituito l'indispensabile dimensione amministrativa nei processi di modernizzazione e razionalizzazione della società, in contesti sia pubblici che privati. Dopo aver affrontato questo tema nella prima parte, nella seconda l'opera considera varie patologie tipiche della struttura e del funzionamento degli assetti burocratici. Distingue alcune patologie dovute a fenomeni che hanno ritardato e ostacolato la burocratizzazione, rendendola incompleta e difettosa, da quelle più massicce e visibili che essa produce quando invece viene realizzata in misura eccessiva. Fenomeni di questo secondo tipo sono stati identificati e lamentati molto diffusamente nella letteratura e nel discorso pubblico contemporaneo, specie quello d'ispirazione neo-liberale. Per questo la terza parte sottopone a una disamina critica gli argomenti in questione, riaffermando la necessità e legittimità della gestione consapevole, politicamente ispirata, di alcuni aspetti della vita sociale che altri vorrebbero invece affidare esclusivamente al mercato.
In questo volume l'autore riprende la tematica dello Stato già affrontata in un'opera precedente, per svilupparla sul piano dell'analisi concettuale e concentrarsi poi su una serie di problemi relativi all'età contemporanea. Sono esaminati in particolare alcuni dei più significativi mutamenti intervenuti nella struttura e nel funzionamento dei regimi liberal-democratici nel ventesimo secolo, con l'espansione della sfera pubblica e la crescente diversificazione e autonomizzazione degli assetti amministrativi. La parte finale del libro è dedicata alla cosiddetta "crisi dello Stato" e cioè alle sfide poste da una serie di fenomeni transnazionali contemporanei quali l'interdizione della guerra nucleare, la globalizzazione dell'economia e la questione ecologica.