"Via peculiare" (Sonderweg) è l'espressione con cui la storiografia del dopoguerra ha indicato la deviazione compiuta dalla Germania nel cammino storico che ha condotto i paesi occidentali alla democrazia liberale parlamentare. L'interrogativo che ha tormentato generazioni di studiosi è: a chi imputare la colpa dell'avvento del nazionalsocialismo, con il suo esito genocidario? Quali sono state le cause generatrici del più grande orrore del Novecento? E soprattutto: perché proprio la Germania, la nazione di Kant e Goethe, fu capace di tanta barbarie? La questione della specificità tedesca, percorsa in tutto il suo sviluppo secolare a partire dalla Riforma luterana, è rivista non soltanto sulla scorta dei dibattiti storiografici classici e alla luce delle più recenti acquisizioni della ricerca, ma viene riproposta in termini speculari: accanto alla "legenda nigra" di uno sviluppo patologico, è possibile individuare un filone di continuità storiche di segno opposto, che, correndo su un binario parallelo, ha consentito alla nazione tedesca di superare la catastrofe della guerra di sterminio e approdare con successo all'Unione europea: il federalismo, lo Stato di diritto, lo Stato previdenziale, l'economia sociale di mercato, il patriottismo costituzionale. Il volume fornisce le coordinate storiche per comprendere come un paese sconfitto sia giunto a dare impronta di sé al progetto politico europeo, fornendo contributi sostanziali.