Il canto gregoriano è canto proprio della liturgia romana, come stabilito anche dal Concilio Vaticano II. Purtroppo, negli ultimi decenni esso è stato messo da parte in molte chiese. Ma alcuni brani ancora vengono eseguiti nelle assemblee del nostro paese. In questa raccolta, Aurelio Porfiri offre dei brani organistici che si basano su un gruppo selezionato di melodie gregoriane. Una raccolta che è alla portata anche di organisti non professionisti e che ha come scopo quello di essere utilizzata nelle celebrazioni liturgiche, cercando di eseguire i brani nel tempo liturgico appropriato. Introduzione di Guido Milanese. Prefazione di Horst Buchholz e Jacques Viret.
“Due cattolici veri, convinti e praticanti, intrecciano un fitto dialogo, con poche divergenze e molte convergenze, sullo stato della fede e della cristianità, della Chiesa e dei cattolici nei giorni nostri”.
Scrive così Marcello Veneziani nella presentazione di Decadenza. Le parole d‘ordine della Chiesa postconciliare (Chorabooks), il libro che Aldo Maria Valli e Aurelio Porfiri hanno voluto dedicare a dieci parole che la Chiesa cattolica ha messo al centro della sua predicazione e del suo insegnamento a partire dal Concilio Vaticano II, con una particolare attenzione per alcuni vocaboli privilegiati dal magistero di Francesco. Le dieci parole sono: dialogo, pastorale, sinodalità, ponti, autoreferenziale, fragilità, misericordia, ecumenismo, discernimento, periferie.
“È come se la Chiesa ai tempi di Bergoglio – osserva Veneziani – fosse in croce: inchiodata in alto dalla perdita della verità e dall’oblio di Dio, in basso dal suo ridursi a soccorso umanitario e centro d’accoglienza; ai lati trafitta da una parte dal cedimento alla cultura protestante e dall’altra dall’apertura unilaterale al dialogo con l’Islam. In questo crocevia, la Chiesa perde la sua luce, la sua aura e i suoi fedeli. Si svuotano le chiese, perde forza il messaggio cristiano, si confonde con lo spirito del mondo e le organizzazioni umanitarie”.
Ecco dunque il senso di decadenza, che per i due autori si traduce in certi momenti in un profondo scoramento e in altri nel desiderio di lottare perché quel patrimonio di sapienza, bellezza e santità che è la Chiesa cattolica non vada del tutto disperso, svenduto al desiderio insensato di piacere al mondo mettendo l’uomo al posto di Dio.
Veneziani giustamente nota che il libro è venato da un grande amore per la tradizione, intesa non come immobilismo, ma come fedeltà a ciò che conta e che semplicemente non può essere cambiato, perché il cambiamento equivale a un crollo e a un tradimento.
Dice Veneziani: siamo passati rapidamente da una Chiesa che metteva al centro il Mistero, la Risurrezione e l’Immortalità a una che non fa che parlare di solidarietà, fratellanza e redenzione in senso sociale. E c’è pure la pretesa di giustificare l’operazione in quanto recupero delle origini. Una mistificazione tutta giocata in termini ideologici, con l’aiuto di un vocabolario che Valli e Porfiri smontano pezzo a pezzo, mostrandone da un lato la pochezza contenutistica e dall’altro l’uso strumentale.
Una proposta alternativa alla stanca spiritualità dei nostri tempi, una proposta che riprende la saggezza della tradizione. Padre Serafino Tognetti dice tra l'altro nella prefazione: "L’ideale di vita proposto in questo libro di Aurelio Porfiri non è un nostalgico ritorno al passato, ma una valorizzazione del presente rivisto e rivisitato con quello spirito, che poi è l’unico cattolico, cristiano: essere figli di Dio umili e combattivi, semplici e convinti, nell’accettazione serena della figliolanza divina in Cristo, avendo presente l’ordine voluto da sempre. La vita non l’inventiamo noi, anche se siamo capaci di andare sulla luna (ma cos’è mai poi la luna, nei confronti dell’universo e delle stelle fisse?): quando nasciamo ci troviamo inseriti in un ordine di natura che si dà da sè, che siamo chiamati a contemplare e in qualche modo ad obbedire. Dio ci dà la libertà e ci insegna ad usarla per il bene.... Quale figura di cristiano propone il nostro autore? La figura del cristiano come monaco-cavaliere. Non con la bardatura, cavallo bianco e spada sguainata, ma in giacca e cravatta negli uffici, con vesti usuali negli uffici, nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie, ovunque. Persone che rimettono tutto in equilibrio: Dio prima di tutto, poi l’ascolto della sua divina Parola, la contemplazione della vita e dell’ordine delle cose, quindi di conseguenza l’amore vero per il prossimo, lo spirito di sacrificio, la preghiera, il servizio". Insomma, tornare indietro per riprendere il futuro.
In questo volumetto sono raccolti una serie di articoli che furono scritti e rivisti nel corso di vari anni. Essi furono pubblicati prima sulla rivista "La Vita in Cristo e nella Chiesa" e poi ripubblicati con molti aggiornamenti ne "Il messaggio del cuore di Gesù". Con essi si vuole offrire una piccola guida alla celebrazione della Messa nella sua forma ordinaria e al ruolo che in essa ha la musica sacra, ruolo che si è andato sempre più confondendo e diradando nel corso dei decenni che hanno seguito il difficile postconcilio che stiamo vivendo. Si è consultata anche una letteratura ampia, senza preclusioni ideologiche, anche facendo riferimento ad autori e correnti che non sono tra i riferimenti liturgici e culturali dell'autore di questi articoli. Si spera essi saranno un punto di partenza per poter celebrare "in spirito e verità", ripieni di quella bellezza che è sempre stata cifra privilegiata del culto nell'ambito della Chiesa Cattolica.
In questo volume sono raccolti dialoghi che hanno come protagonista la liturgia, la sua musica, la sua arte. Aurelio Porfiri interagisce con noti esperti nel campo liturgico e artistico, come Andrea Grillo, Roberto Tagliaferri, Matias Auge, Mauro Gagliardi e altri, per cercare di fare il punto su come la liturgia ci parla nell'oggi, quali sono le sfide, quali i problemi in questa lunga stagione che segue il Concilio Vaticano II.
In questo piccolo volume Aurelio Porfiri raccoglie lettere che egli indirizza alla madre, dopo la scomparsa della stessa. Queste lettere sono la continuazione di un dialogo ma ad un livello più alto e allo stesso tempo più profondo. Si farebbe un errore pensando che questo libro sia un testo familiare o intimo, in effetti è tutto l'opposto. Attraverso il genere classico epistolare, si farà spazio a temi eterni e allo stesso tempo vicini ad ognuno.
Quali sono le caratteristiche che dovrebbero essere possedute dalla musica liturgica? L’autore dà la sua personale risposta ispirandosi al Magistero della Chiesa e chiama tali caratteristiche le dieci “E” della musica liturgica: essa deve essere Ecclesiale, Eccellente, Eccedente, Estatica, Estetica, Espressiva, Edificante, Elegante, Educante.
Una sorta di decalogo liturgico-musicale per i nostri tempi.
A che cosa vanno preparati gli studenti? Lasciandosi guidare dalla lezione di Divo Barsotti, l'autore dà una risposta che può sulle prime spiazzare il lettore affermando che gli studenti dovrebbero essere "preparati per la morte". Non si tratta di disdegnare la storia umana, che va rispettata ed amata, ma di riconoscere in essa il segno di un'altra realtà. "Ogni vita esige la fine della storia" perché è nella "fine" che trova senso (compiutezza) tutto ciò che si è vissuto in precedenza. Ma la "fine" è insieme lo svelamento della rivelazione definitiva.
La liturgia è il luogo della bellezza perché essa è dimensionata a Cristo, da Lui, con Lui e per Lui donata a noi. Da Lui donata, perché Egli stabilì nel giorno della Cena con gli Apostoli che si facesse questo in Sua memoria; con Lui vissuta, perché Egli è il Capo e noi siamo le membra, quindi un solo Corpo; in Lui celebrata, perché Egli è mediatore, offerente ed offerto, Sacerdote e Vittima. Se Cristo è Bellezza – “il più bello dei figli dell’uomo” –, se la liturgia è dimensionata a Lui, non può non ambire al primato della Bellezza.
destinatari
Sacerdoti e religiosi.
l’autore
Aurelio Porfiri è professore associato di musica liturgica e direzione di coro, composer in residence e coordinatore per l’intero programma musicale presso l’Università di San Giuseppe in Macao (Cina), direttore delle attività corali presso la scuola Santa Rosa da Lima (Macao) e professore ospite al Conservatorio di Musica di Shanghai (Cina). È inoltre direttore artistico di Porfiri & Horvath publishers (Germania) nonché editore della rivista «Choral Sound». Nato a Roma nel 1968 ha studiato organo, piano, composizione, direzione corale, canto gregoriano e polifonia rinascimentale. Si è diplomato in musica corale al Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli.Aurelio Porfiri è compositore prolifico. I suoi lavori sono stati commissionati ed eseguiti – tra l’altro – anche per i programmi liturgici della Radio Vaticana.
Questo testo si propone di accompagnare il lettore, con un linguaggio semplice ed accessibile, nel mondo dell’agire liturgico. Attraverso alcune meditazioni s’intravede la ricchezza e importanza della Liturgia per ricoprirne così il ruolo nella vita di ogni credente.
Aurelio Porfiri è professore associato presso l’Università di San Giuseppe (Macao, Cina) ed è Dottorando in Storia con una tesi sulla Musica come Storia. Ha al suo attivo numerose composizioni per la liturgia pubblicate in Italia, Stati Uniti e Germania. Ha pubblicato due libri e numerosi articoli su liturgia e musica. È Direttore Artistico di Edition Music Contact (Germania) ed è frequentemente invitato in giurie di competizioni corali in varie parti del mondo.