Ogni giorno i politici ci inondano di migliaia di parole in libertà. Promesse, smentite, voltafaccia, bugie, insulti e banalità dilagano nelle agenzie di stampa, nei "pastoni" dei telegiornali, sulle pagine dei giornali. Siamo in piena "dichiarazia", una perversa spirale tra politica e media dove il fumo verbale annebbia i fatti, le inchieste, l'attività politica seria. Qualunque critica diventa la "demonizzazione dell'avversario", ogni accusa è "farneticante", i giornalisti scomodi sono "faziosi". In continue polemiche che montano furiose e sfumano nel nulla, la Casta dichiarante si rinfaccia "menzogne", non accetta "lezioni" e non si fa certo "intimidire". E dietro la cortina delle chiacchiere nega l'evidenza, si contraddice senza pudore, afferma tutto e il contrario di tutto. Ma la rappresentazione che va in scena non ha niente a che vedere con la realtà. Mario Portanova invita a capire trucchi, frasi fatte, voli pindarici e sviolinate, che non hanno colore né schieramento. Perché mai come in politica tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare (di parole).
Dei cinesi insediati in Italia da quasi un secolo non si è mai saputo molto, anche perché, forse, non ce n'era bisogno. Finché, a un certo punto, è cambiato tutto. Sono diventati sempre di più, hanno stravolto la faccia di molti quartieri sollevando la protesta degli abitanti. Il 12 aprile 2007, in via Paolo Sarpi a Milano, sono stati protagonisti della prima rivolta etnica nella storia dell'Italia moderna. E hanno invaso le pagine dei giornali. Ma cosa si nasconde dietro ai pregiudizi e agli stereotipi che avvolgono la più antica comunità straniera del nostro paese? Come il suo lato oscuro fatto di mafia, di riciclaggio, di ragazzini con le mannaie e di bordelli nascosti sotto centri massaggi, di schiavi-lavoratori e ambulatori clandestini - dialoga con la normalità quotidiana, fatta di lavoro, di commercio, di famiglia, di scuola, di divertimento e, ormai, spesso anche di integrazione? Mario Portanova, giornalista d'inchiesta, e Lidia Casti, documentarista che vive e lavora nella Chinatown milanese, ci guidano alla scoperta delle ombre e delle luci della Cina italiana.