Questo libro ci dona un grande aiuto: la lettura spirituale da parte di un laico che si è fatto "aprire la mente" dall'Autore della Parola stessa. Dio prima parla, poi apre la mente. L'uomo prima ascolta, poi si lascia aprire la mente da Dio per comprendere la parola ascoltata. Il merito dell'autore sta nel meditare il testo del Vangelo riga per riga, come se il dettato fosse uscito intonso per la prima volta dalla bocca del Signore Gesù. L'autore si fa poi interrogare, interpellare dalla Parola, per poter rinascere a vita nuova con la freschezza del Verbo. Egli legge, medita, prega, adora. Si fa domande. Poi mette il Vangelo nel cassetto, ci dorme su; il giorno dopo riprende, rilegge, rimedita, riprega, e così via per lungo tempo. Se il testo non gli dice nulla di nuovo o di particolare, lascia perdere, ma se invece emergono pian piano dal fondo del cuore parole nuove e corroboranti, egli si siede al tavolo e scrive. Poi di nuovo prega, interroga, riflette. Quando gli sembra che tale Parola abbia preso vita in sé, allora cerca di metterla in pratica nella sua giornata, nella quotidianità semplice di "semplice laico". "Aprì loro la mente per comprendere il senso delle Scritture": questa è la chiave di volta per comprendere ogni parola divina: deve intervenire Gesù in persona ad "aprire la mente". Con questo spirito, il commento dei passi del Vangelo che leggerete diviene esegesi spirituale fine e autentica, diventa finalmente parola di Vita.
Questo libro canta una speranza: Dio ci attende tutti al punto più basso dello sprofondamento scavato in noi dalle delusioni e dalla crudeltà della vita. Là l’uomo, come Giacobbe, lotta con Dio, perché entrambi si cercano.
Noi non siamo capaci di amare Dio, perché non sappiamo che Dio ci ama. E non sappiamo che Dio ci ama perché non lo amiamo. Questo è il circolo vizioso al quale la Rivelazione cerca di sottrarci.
Nel 1° capitolo ci si riferisce alla Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, per riuscire a capire che Dio ci ama, e soprattutto in che modo folle, inimmaginabile e persino opprimente egli ci ama.
Nel 2° capitolo si vede invece che, malgrado le apparenze, noi non lo amiamo, e che di conseguenza non sappiamo amarci gli uni gli altri, così come non sappiamo amare realmente la vita, la felicità o qualunque altra cosa con fedeltà, condannati in un certo senso ad essere intimamente insoddisfatti finché non avremo trovato il Salvatore.
Nell'ultimo capitolo, infine, si cerca di capire in che modo noi giungiamo ad amare Dio nonostante tutto: perché «ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio» (Lc. 18,27), ed egli riesce ad ottenere - per quali vie misteriose? - che noi l'amiamo perché comprendiamo il suo amore, e che, amandolo, penetriamo sempre più nell'ardente oscurità dal fondo della quale usciremo per sempre in piena luce..