Nella secolare riflessione intorno al diritto, quella tra pubblico e privato è una delle distinzioni più note e allo stesso tempo tra le più criticate: accusata nel migliore dei casi di semplificare la realtà giuridica, nel peggiore di legittimare eccezioni allo stato di diritto o di impedire il controllo pubblico dei poteri privati. Questo libro sostiene al contrario che la "grande dicotomia" sia tuttora utile per la comprensione sia del diritto contemporaneo, sia di alcune svolte fondamentali della modernità, poiché rimanda a due modelli fondamentali di ordine attraverso i quali si è storicamente organizzata la convivenza umana.