Etty Hillesum, scomparsa poco prima di compiere trent'anni ad Auschwitz, con il suo diario e le sue lettere ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del cuore nero del Novecento ed è diventata un simbolo della resistenza spirituale di fronte al Male. Ma prima di trasformarsi in una figura simbolica, racconta Elisabetta Rasy in questo libro, la intrepida ebrea olandese è stata una giovane donna libera, inquieta e irriverente, tenacemente intenta alla scoperta di sé stessa e del senso dell'esistenza, desiderosa di amore e di amicizia nelle loro mutevoli forme, dall'affetto e dalla tenerezza fino alla passione assoluta, e vera maestra di una giovinezza senza tempo in cui ognuno può riconoscere le proprie emozioni, la forza e la fragilità, la paura e il coraggio. Ci sono libri che, se non cambiano la vita, ci toccano in profondità e ci fanno scoprire qualcosa di noi che non sapevamo. Questo è stato il Diario di Etty Hillesum per Rasy che, ricostruendone la vicenda umana e letteraria, si è trovata a indagare su sé stessa, tra ricordi e riflessioni, e sui temi eterni della vita umana: i complicati arabeschi dell'amore, le tortuose vie dell'anima, la necessità di non soccombere all'orrore, la possibilità di trovare gioia anche nei momenti più difficili, il desiderio di vivere a pieno la propria vita, infine il senso della scrittura autobiografica, questa singolare inchiesta sui propri segreti e misteri. Con la maestria dei grandi autori, Rasy intreccia la vita di Etty Hillesum con quella di altre giovani donne straordinarie dello stesso terribile periodo storico, da Edith Stein a Simone Weil a Micol Finzi-Contini, l'eroina del romanzo di Giorgio Bassani, e con le vicende di scrittrici e scrittori amati e dei loro altrettanto amati personaggi. Fino a comporre un doppio romanzo di formazione, quella dell'indimenticabile ragazza olandese e la propria.
Che cosa unisce Artemisia Gentileschi, stuprata a diciotto anni da un amico del padre e in seguito protagonista della pittura del Seicento, a un'icona della bellezza e del fascino novecentesco come Frida Kahlo? Qual è il nesso tra Élisabeth Vigée Le Brun, costretta all'esilio dalla Rivoluzione francese, e Charlotte Salomon, perseguitata dai nazisti? C'è qualcosa che lega l'elegante Berthe Morisot, cui Édouard Manet dedica appassionati ritratti, alla trasgressiva Suzanne Valadon, l'amante di Toulouse-Lautrec e di tanti altri nella Parigi della Belle Époque? Malgrado la diversità di epoca storica, di ambiente e di carattere, un tratto essenziale accomuna queste sei pittrici: il talento prima di tutto, ma anche la forza del desiderio e il coraggio di ribellarsi alle regole del gioco imposte dalla società. Ognuna di loro, infatti, ha saputo armarsi di una speciale qualità dell'anima per contrastare la propria fragilità e le aggressioni della vita: antiche risorse femminili, come coraggio, tenacia, resistenza, oppure vizi trasformati in virtù, come irrequietezza, ribellione e passione. Elisabetta Rasy racconta, con instancabile attenzione ai dettagli dell'intimità che disegnano un destino, la vita delle sei pittrici nella loro irriducibile singolarità. Incontriamo così la giovanissima Artemisia, in fuga dalle calunnie romane dopo un processo infamante, che si fa strada nella Firenze dei Medici ma non vuole rinunciare all'amore. Élisabeth Vigée Le Brun, acclamata ritrattista di Maria Antonietta, che attraversa l'Europa contesa dalle corti più importanti senza mai staccarsi dalla sua bambina. Berthe Morisot, ostacolata dalla famiglia e dai critici accademici, che diventa la première dame degli Impressionisti. La scandalosa Suzanne Valadon, amante e modella dei grandi artisti della Parigi di fine Ottocento, che sceglie di farsi lei stessa pittrice combattendo la povertà e i preconcetti. Charlotte Salomon che, quando sente avvicinarsi la fine per mano del boia nazista, narra la sua breve e tempestosa vita in un'unica sterminata opera che al disegno unisce la musica e il teatro. Frida Kahlo, straziata dalle malattie fin dalla più giovane età, che sfida la sofferenza fisica e i tormenti amorosi con le sue immagini provocatorie e il suo travolgente look. Tutte loro, negli autoritratti che aprono le intense pagine di Elisabetta Rasy, guardano negli occhi chi legge e invitano a scoprire l'audacia con cui hanno combattuto e vinto la dura battaglia per affermarsi - oltre i divieti, gli obblighi, le incomprensioni e i pregiudizi -, cambiando per sempre, con la propria opera, l'immagine e il posto della donna nel mondo dell'arte.
È la primavera di un anno terribile, il 1917, quando Maria Rosa Radice a poco più di vent'anni lascia gli agi della sua casa a Napoli. Scappa da sua madre, dal salotto aristocratico che fino ad allora è stato il suo unico, soffocante orizzonte. La destinazione è la sola possibile per una donna non sposata e in fuga: il fronte. L'impatto della guerra è brutale. In un piccolo ospedale sul Carso cura centinaia di feriti, li vede soffrire e morire. Ma c'è una luce nelle sue giornate, una scintilla di cui si accorge poco a poco. È la sua silenziosa compagna di stanza Eugenia Alferro, una provinciale del Nord che sogna di diventare medico. Giorno dopo giorno, le insegna a sopravvivere in corsia e a superare la paura. La guerra regala alle due ragazze una libertà altrimenti impossibile. Così, nel tempo, avvertono una passione inattesa crescere tra loro e a mezza voce, la notte, si dichiarano l'amore. Non sanno se il futuro permetterà loro di rimanere vicine, entrambe però sentono di essere cambiate. Ora sono pronte a lottare per restare se stesse. In un romanzo vibrante, Elisabetta Rasy racconta la guerra dalla prospettiva misconosciuta delle donne al fronte. Ritraendo un'intimità limpida ma circondata dalle tenebre, ci mostra come l'amore non abbia mai avuto confini, perché i sentimenti esplodono sempre senza chiederci il permesso.
Quando le arriva la lettera con quelle parole perentorie: Vieni, ho bisogno del tuo aiuto, Olga non sa resistere al richiamo. A scriverle è Ettore, l'uomo che ha amato e inesorabilmente perduto in un lontano passato. Decide di raggiungerlo nella casa di campagna dove lui la invita e di cui lei sola ormai conosce il segreto. Il vecchio casolare che chiamano il Girasole, nell'aria infuocata d'agosto che confonde le idee e i sentimenti, sembra abitato da una strana folla di fantasmi. Sono in realtà gli ospiti che Ettore ha convocato nella speranza di vendere quella proprietà in rovina, ognuno tormentato da una propria storia d'amore, tradimento, gelosia. Ma una presenza ancora più inquietante aspetta Olga in quei decisivi e caldissimi giorni: una bambina, Betty, la figlia di Ettore di cui ignorava l'esistenza. Sotto la spinta di antiche e nuove emozioni, i ricordi rubano la scena al presente: ritroviamo Olga ragazza nel vecchio palazzo romano di via Nazionale, travolta dalla passione per l'inquilino del quinto piano, Ettore, un uomo sempre in fuga, tanto desiderabile quanto inafferrabile. E ritroviamo Mercede, sua madre, che ha raccontato a Olga la storia avventurosa della nascita di Ettore al Girasole in un'altra estate, tanti anni prima. Ora è lei, Olga, l'unica depositaria di quel segreto. Ha giurato di non rivelarlo: ma contano più i giuramenti o la vita che scorre e affronta sempre nuove prove?
Segnata fin dall’infanzia da un amore per la lettura che aveva tutti i tratti di una passione fatale, Elisabetta Rasy ha dedicato il suo nuovo libro ad alcune donne che con le loro parole hanno plasmato il Novecento e cambiato la nostra coscienza.
Memorie di una lettrice notturna è un viaggio personale tra le scrittrici predilette, con soggettive e imprevedibili inclusioni ed esclusioni. Insomma quanto di più simile a un album di famiglia, con tanto di fotografie. Ma è anche una insolita e utile guida alle autrici di questo tempo lontano e vicino, suggerita dalla convinzione che il XX secolo è stato il secolo del talento delle donne, l’epoca in cui la loro voce, ribellandosi a un lungo silenzio, ha illuminato con una luce nuova il mondo delle emozioni e dei corpi. Per questo c’è anche una pittrice, Frida Kahlo, che lavorando sul suo corpo ha proposto un’immagine sconosciuta e sorprendente della femminilità.
Anna Achmatova – Ingeborg Bachmann – Nina Berberova – Elizabeth Bishop – Cristina Campo – Alice Ceresa – Marina Cvetaeva – Marguerite Duras – Etty Hillesum – Frida Kahlo – Jamaica Kincaid – Agota Kristof – Mary McCarthy – Carson McCullers – Elsa Morante – Alice Munro – Flannery O’Connor – Anna Maria Ortese – Sylvia Plath – Barbara Pym – Muriel Spark – Magda Szabò – Wis³awa Szymborska – Edith Wharton – Marguerite Yourcenar – Zhang Ailing
Nadezda Chazina non ha ancora vent'anni quando, in un cabaret di Kiev per artisti e bohémien, incontra un giovane dalle lunghe ciglia che recita versi misteriosi e incantatori. Lui è il bizzarro e anticonformista Osip Mandel'stam: uno dei più grandi poeti del Ventesimo secolo. Nella Russia sconvolta dalla rivoluzione e dalla guerra civile, tra speranza e paura, nasce un amore destinato a diventare leggendario. Separati per quasi due anni dalle turbolenze della storia, Nadezda e Osip si ritroveranno nel 1921 e non cesseranno di amarsi fino a quando, nel 1938, al culmine del terrore staliniano, Osip sarà deportato e morirà in un campo di concentramento in Siberia.
Roma che cambia, che si modifica irreparabilmente per ospitare le Olimpiadi del 1960 e lo sviluppo senza controllo di quegli anni, alle soglie del '68 e delle rivolte studentesche. Una famiglia lacerata dalle tempeste del passato che si ritrova ad affrontare un presente estraneo e incerto. Una madre dolente e appassionata insieme a sua figlia, una ragazza che sta scoprendo il mondo e osserva ancora la realtà con occhi stupiti. Al centro della storia è un liceo dove, tra lezioni e programmi scolastici, s'impara la vita. Protagonisti sono un professore di storia che con le sue parole riesce a raggiungere il cuore dei ragazzi, un'insegnante di francese che improvvisamente scompare nel nulla, e suo nipote, Marco, ragazzino che sta diventando uomo.
Parigi 1793. Un uomo e una donna s'incontrano mentre i sogni della Rivoluzione stanno per trasformarsi negli incubi del Terrore. Lui, Gilbert, è un avventuriero americano in cerca di denaro; lei, Mary, è un'inglese coraggiosa e spregiudicata che vuole conoscere da vicino gli avvenimenti francesi dei quali è fervente sostenitrice. Attraverso le parole della cameriera Marguerite, che racconta la travolgente e fallimentare storia d'amore di due protagonisti, rivive nel romanzo una figura realmente esistita, quella di Mary Wollstonecraft, scrittrice e saggista della fine del Settecento, autrice di una battagliera "Rivendicazione dei diritti delle donne" e madre di Mary Shelley.