Con questo libro, Pietro Redondi sgombra il campo sia dalla celebrazione laica di Galileo, santificato (reliquie comprese) in età risorgimentale e positivista, sia dagli odierni tentativi di riabilitazione compiuti dall'autorità pontificia. Con una ricostruzione rigorosa l'autore dimostra che Galileo è stato condannato dalla Chiesa per motivi estranei a Copernico, all'esegesi biblica, agli abusi di potere e agli scontri personali col papa. Questa nuova edizione esce arricchita di un saggio di aggiornamento nel quale Redondi traccia un bilancio delle scoperte, critiche e ricerche intervenute nel corso dei vent'anni seguiti alla pubblicazione del libro, anche grazie all'apertura degli archivi dell'ex-Sant'Uffizio.
Tempi legali, di trasporto, di scadenza, tempo libero, tempi morti. La nostra vita quotidiana è governata da un convulso conto alla rovescia; intratteniamo con gli orologi un rapporto di conflittualità difensiva. Già nel 1865 il matematico Lewis Carroll faceva dire al Cappellaio Matto del suo Paese delle Meraviglie: "Se tu conoscessi il Tempo come lo conosco io, non ne parleresti con tanta confidenza. Non gli va di essere battuto. Se invece ti fossi mantenuta in buoni rapporti con lui, lui farebbe fare al tuo orologio tutto quello che vuoi tu". La frenetica idea del tempo come un oggetto naturale che ci sfugge è il risultato dell'intrecciarsi di una molteplicità di storie, da quella religiosa a quella delle invenzioni tecniche, dal corso dell'astronomia a quello della fisica, della biologia e della psicologia. Pietro Redondi ripercorre il concetto di tempo, della sua misurazione e raffigurazione nella storia della cultura, dell'arte e della letteratura occidentali.