È stata l''invenzione della città' la grande innovazione che ha avviato la pratica di addomesticamento del potere. Al riparo delle sue mura, nello 'spazio protetto' da cui sono state tenute fuori le forze del caos, è stato possibile cominciare a porre sotto controllo le potenze distruttive con cui si era espressa fino ad allora la natura selvaggia del dominio. E immaginare un modello di ordine a dimensione umana. I due miti fondativi, di Medusa e di Perseo, da un lato, e delle Sirene e di Ulisse, di cui si occupa questo libro, dall'altro, raccontavano appunto questo passaggio dal 'numinoso' (e dal 'mostruoso') all''umano': questa sorta di trasformazione del carattere 'demoniaco' del potere, da entità selvaggia e incontrollata a strumento assoggettato a un qualche progetto 'civile'. Che accadrà ora, nel momento in cui la solidità dei 'luoghi' sembra vacillare e sciogliersi sotto la spinta travolgente dei 'flussi' finanziari, e quelle linee di confine farsi incerte e permeabili, esposte alle minacce dei primordiali 'demoni del potere'?
La coppia antitetica destra-sinistra è, con sempre maggior chiarezza, esposta a uno strano destino: riferimento obbligato di ogni discorso sulla politica, essa tuttavia sempre meno riesce a sintetizzarne adeguatamente le differenti identità. Indispensabile per descriverne la cronaca quotidiana, non riesce più, tuttavia, a dirne la "verità". Contestata tradizionalmente "da destra", essa tuttavia, da qualche tempo a questa parte - e questo è il vero dato di novità - ha incominciato a essere messa fortemente in discussione anche "da sinistra", con la crisi sempre più evidente dell'idea di progresso, l'emergere delle tematiche e dei movimenti ecologisti, la critica dello sviluppo e della sua carica di distruttività, la fine delle apologetiche della modernizzazione. Il libro ripercorre la natura e la storia dei concetti di destra e sinistra, dalla loro origine, con la Rivoluzione Francese e la nascita della modernità in politica, a oggi, scavando nella molteplicità di significati e di simbolismi che ne stanno alla radice.
La crisi della politica è sotto gli occhi di tutti. Da garanzia di ordine e sicurezza, essa si sta rovesciando nel proprio contrario: in fattore di insicurezza, violenza, paura. Lo dimostra un quindicennio di nuovo disordine mondiale, dalle cosiddette guerre umanitarie fino alla recente avventura irachena. Il libro mette a fuoco questa caduta, sfuggendo alla tentazione di ridurne l'origine a cause contingenti, e indicandone invece il significato profondo nell'esaurimento di quella che qui viene chiamata la 'politica dei moderni'.
Il libro è il racconto di una esperienza vissuta, nei mesi dell'inverno 1998-99, a diretto contatto con un gruppo di Rom provenienti dalla Romania, finiti ai margini della città di Torino, che l'autore con pochi altri cerca invano di aiutare nei rapporti con le autorità locali e nazionali. Questi nomadi vivono, loro malgrado, senza acqua, senza riscaldamento, senza servizi igienici. Nonostante la retorica umanitaria che caratterizza l'epoca, per scoraggiare l'insediamento, l'acqua, prima concessa, viene tagliata, il riscaldamento, dato dalla Croce Rossa, limitato... Tutti i passi fatti finora sembrano avere esito negativo, finché giunge il decreto di espulsione e la distruzione fisica del campo.