È il pregevole studio ottocentesco del "bambino artista"; affidato a una psicologa con il compito di introdurlo, quasi a voler sottolineare come, nel tempo, la rilevanza di questo contributo si è amplificata, fino a coinvolgere ambiti disciplinari originariamente lontani dalle competenze specifiche e dagli interessi estemporanei di uno storico d'arte al quale parve, a un certo punto, di trovare più freschezza e innovazione nei disegni dei bambini che non in certi esemplari d'arte visiva a lui contemporanea.