Che cosa trasmettiamo ai nostri giovani, ai nostri fi gli? E siamo ancora capaci di far passare qualcosa di significativo o abbiamo abdicato, noi adulti, al nostro ruolo? In una società mobile e rarefatta come la nostra, i veri protagonisti della sfida educativa sono quei maestri che hanno saputo farsi anche testimoni. I venti personaggi che l’autore ha intervistato negli ultimi decenni sono figure che si pongono al confine tra poesia e profezia e che esprimono la necessità di un dialogo vitale tra credenti e non credenti, ancor più oggi che tutte le ideologie sono cadute e che i venti del nazionalismo si riaffacciano in maniera inquietante nella nostra Europa. Pensatori come René Girard ed Edgar Morin, Luigi Pareyson e Italo Mancini, Jean Guitton e Nicola Abbagnano, ma anche scrittori come Mario Tobino e Paolo Volponi, fi no a intellettuali propensi all’impegno come Serge Latouche e Salvatore Natoli, sino a due cardinali italiani che hanno fatto della dimensione culturale uno dei motivi del loro essere uomini di Chiesa, Carlo Maria Martini e Giacomo Biffi , ci aiutano con le loro sollecitazioni a comprendere meglio il mondo contemporaneo. E a capire che senza l’aiuto della cultura difficilmente potremo uscire dalla crisi.
È possibile un dialogo fra laici e cristiani, e viceversa, oltre gli steccati delle ideologie? È questa la sfida della nuova Europa, dopo la caduta del Muro, e dei cristiani rimasti per troppo tempo ai margini della "cultura": una sfida presa sul serio in queste pagine. Non solo osservando il ritorno del sacro in un contesto secolarizzato - attestato dalla nuova attenzione per il patrimonio cristiano, la mistica e la Bibbia anche nel dibattito filosofico -, ma soprattutto traducendolo in una provocazione interna al cristianesimo stesso, che significa far proprie le domande dell'uomo nel mondo, riguardanti la sua storia e il suo destino (o, per chi crede, i Novissimi). Uno scambio tra fede e cultura in cui autentico antidoto al nichilismo e al fondamentalismo religioso per il cristianesimo non è l'arroccarsi in sé, quanto piuttosto interpellare ciò che è estraneo, credente o non, sui temi cruciali per la vita, che sempre più investono gli intricati rapporti fra biologia, scienza e tecnica.