Dentro il labirinto della sclerosi multipla che ha cominciato a consumarlo da giovane, l'io narrante ripercorre le stagioni della sua vita. Lo fa mescolando secondo una progressione non lineare gli anni della giovinezza (la famiglia cattolica, gli studi universitari, le ragazze, il vento della protesta), la formazione culturale e politica, il lavoro come giornalista, il presente della malattia. Il ragazzo che voleva essere un poeta come Montale e che conquistava le ragazze senza fatica è ancora desto e per tutto il tempo della sua ricognizione narrativa "dialoga" con Daria, misteriosa interlocutrice, divisa fra provocazione e imperio, scomposta e controcorrente, presente sempre e assente per definizione. Daria è un fantasma che lo aiuta a tener legato il tempo della malattia e quello, ricchissimo, della sua esistenza. Gli anni di Lotta continua, lo strappo ai tempi della morte di Calabresi, il matrimonio, il lavoro nei giornali, il riflusso, le scosse telluriche della società degli anni ottanta, i ricchi salotti milanesi, il rigore dell'informazione, l'astro dell'imprenditore Berlunesque, la fabbrica dell'obbedienza. Con sapida ironia e dolenti aperture contemplative, il narratore si chiede se il tempo della politica non sia stato altro che "un calderone enorme" in cui tuffarsi, si commuove alla morte del padre ("un rapporto che doveva esserci e non c'è stato mai"), sente la bella prossimità di un'insegnante che ha sempre creduto nella sua eccellenza. Daria deve e può continuare ad aspettare...
Non è pensabile che il centro-sinistra vada avanti a oltranza in condizioni così balorde. L'Italia che non si riconosce nella destra merita qualcosa di meglio. Esser stati sinistrati per una dozzina di anni, quelli del berlusconismo onnivoro raccontati in questo libro, non deve ne può tradursi nel fare i sinistrati a vita. Se il centro-sinistra non adotta l'unica possibile contromisura cioè la costruzione di un'efficace guida riformista, può anche vincere la partita delle elezioni, ma quella del buon governo è perduta in partenza.