Per le grandi religioni monoteiste l'affermazione cristiana dell'Incarnazione di Dio è, nella migliore delle ipotesi, un'aberrazione e, nella peggiore, una bestemmia. L'onnipotenza di Dio non coincide granché con quello che sembrerebbe essere il suo abbassamento. Forse che gli opposti possono coesistere in Dio? Essere onnipotente e, allo stesso tempo, debole e fragile? Essere infinitamente grande e apparire nella carne di un bambino? Essere il «Vivente», l'eterno immortale, e condividere la nostra condizione facendo esperienza della morte? Essere il totalmente Altro e il farsi vicino come «Dio con noi», l'Emmanuele? I cristiani professano che in Gesù Cristo, nato da donna, pienamente uomo, sottoposto alla morte, ha preso dimora la pienezza della divinità. Difatti Dio non è mai tanto grande come quando, per amore, si fa piccolo.