Con il termine Riduzioni ci si riferisce a quelle missioni che, tra l'inizio del XVII secolo e la seconda metà del successivo, i gesuiti avviarono in America latina, in un territorio impervio, incerto e lontano, oggi diviso tra Paraguay, Argentina e Brasile: un esperimento sostenuto dall'Impero spagnolo, il «cristianesimo felice» descritto dallo storico Ludovico A. Muratori, che si protrasse fino all'espulsione della Compagnia di Gesù nel 1767. Lo "Stato gesuita dei Guaraní", nato presso la popolazione indigena del Paraguay, ebbe valenza culturale, religiosa e politica: oltre alla civilizzazione e all'evangelizzazione del "buon selvaggio", le Riduzioni sorsero nella zona di maggior frizione tra Impero spagnolo e portoghese, con l'obiettivo di arginare l'espansione del secondo e ispanizzare un territorio tanto esteso. Seppur le più studiate siano quelle paraguaiane, altre sorsero in Bolivia e Perù, determinando la creazione dei confini degli Stati moderni e la diffusione delle lingue come la conosciamo oggi. In questo volume, l'autore prima ricostruisce la storia delle Riduzioni dalla loro fondazione fino alla disfatta, poi raccoglie e presenta al lettore le testimonianze di coloro che vissero tale esperienza, a partire dal tormentato viaggio per mare, dal continente europeo all'America, fino all'incontro/scontro con civiltà tanto lontane, geograficamente e culturalmente: protagonisti di questa storia i figli di Ignazio di Loyola, l'élite intellettuale del tempo, senza i quali le Riduzioni non sarebbero mai nate, e quegli indios "semi-primitivi", senza i quali non sarebbero mai divenute ciò che sono state
Un conservatore o un riformatore? Un reazionario o un rivoluzionario? Attorno a Pio X (1903-1914), il papa che governò la Chiesa proprio all'esordio del secolo breve e morì pochi giorni dopo lo scoppio della Grande Guerra, continua a intrecciarsi un complesso nodo interpretativo, che dal passato si prolunga fino al presente, coinvolgendo storici, uomini di cultura ed ecclesiastici. Pio X fu infatti il pontefice che isolò il cattolicesimo dalla cultura moderna condannando il modernismo. Ma fu anche il papa che lo reinserì nel nostro tempo liberandolo dall'abbraccio mortale delle grandi potenze (con la soppressione del diritto di veto), che riformò radicalmente la Curia romana ridimensionando il ruolo della Segreteria di Stato, che blindò la Chiesa dentro un poderoso apparato giuridico (il Codex iuris canonici), preparandola al confronto con i regimi totalitari, che tenne il Vaticano lontano dalla politica internazionale e attenuò lo scontro con l'Italia originato dalla presa di Roma. E dunque: un nostalgico del passato o un anticipatore del futuro? Con questo lungo viaggio nella sua vita, dalle origini oscure nella campagna veneta fino ai fasti della corte romana, Gianpaolo Romanato risponde a tale domanda.
Un italiano e un politico diverso, Giacomo Matteotti: diverso dai personaggi cui ci hanno abituato le cronache di ieri e di oggi. Inflessibile e determinato, non fece sconti a nessuno, neppure a se stesso. È uno dei pochi miti dell’Italia novecentesca, ma finora era noto quasi soltanto per la sua morte atroce. Questo volume ne ripercorre per la prima volta l’intero arco biografico, dagli austeri studi giuridici alla politica attiva, fino al giorno del rapimento, il 10 giugno 1924, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia. Una vita senza respiro, fatta di lotte incessanti: nella sua provincia, il Polesine contadino e miserabile, dove maturarono la rivolta socialista e la reazione fascista; nel suo tentativo disperato di tenere l’Italia fuori dalla Prima guerra mondiale; nel Partito socialista, incapace di scegliere tra riformismo e rivoluzione; nella drammatica crisi italiana postbellica; in Parlamento, dove pronunciò memorabili discorsi che ne rivelarono la tempra indomita, facendone l’avversario più temuto da Mussolini.
Ma il libro è anche una biografia intima, costruita su una penetrante interpretazione dell’ambiente in cui crebbe e su un’originale lettura dell’epistolario con la moglie Velia Titta, sorella del celebre cantante lirico Titta Ruffo, che rivela i costi immani inflitti alla famiglia dalla sua totale dedizione alla politica. Un testo di immediata lettura, sempre scrupolosamente documentato, che ci fa scoprire una figura straordinaria e indimenticabile.
Daniele Comboni (1831-1881) visse in Sudan proprio quando le società e le economie tradizionali stavano per essere travolte dagli effetti della scoperta delle sorgenti del Nilo. La sua opera di evangelizzazione si inserì nella complessa trama di rapporti politici, diplomatici ed economici che avevano come soggetti le potenze europee, l'Egitto e le compagnie commerciali, e come oggetti l'avorio e le popolazioni subsahariane. A queste Comboni si dedicò infaticabilmente, combattendo il commercio degli schiavi e sognando e progettando l'autogoverno del continente, in base al principio della "rigenerazione dell'Africa coll'Africa stessa".