Alcide De Gasperi fu lo statista politico italiano che, profondamente legato alla fede cattolica, consacrò la sua vita politica all'affermazione della giustizia sociale, all'elevazione morale, culturale ed economica dei lavoratori, alla ricerca di una diffusa solidarietà fra classi sociali. Non è tuttavia possibile comprendere le ragioni profonde che lo spinsero a tale intensa azione senza fare un preciso riferimento alla religiosità e spiritualità che lo contraddistinsero e senza illustrare i grandi avvenimenti politico-economici che in quel periodo sconvolsero tutto il mondo e, in modo particolare, Stati Uniti ed Europa: la "Grande Guerra", le crisi economiche degli anni '20 e '29, il New Deal, il corporativismo, il secondo conflitto mondiale, la fine del fascismo, la ricostruzione italiana e la nascita dell'Unione europea.
Assistendo alla grave situazione politica in cui versano Eritrea, Somalia e Libia, sembra utile ripercorrere l'azione svolta dall'Italia in quei territori nel secondo dopoguerra e l'importante attività diplomatica di Alcide De Gasperi per favorire il reinserimento di lavoratori e imprenditori italiani nelle ex colonie e per sostenere il nascere di un'effettiva libertà e democrazia. Il testo, curato da Remo Roncati, infatti, da una parte mette in luce il lavoro degli italiani per realizzare opere di grande valore civile e gli sforzi finanziari sostenuti, dall'altra ripercorre l'azione svolta da Alcide De Gasperi lungo tre direttrici principali. La prima, orientata a permettere all'Italia di continuare la sua feconda attività in Eritrea, Somalia e Libia, in cui aveva eliminato la schiavitù, edificato città, costruito dighe, strade, acquedotti, scuole e ospedali, bonificato terre e sviluppato un'armonica collaborazione con i popoli nativi. La seconda, finalizzata a ottenere la revisione del Trattato di Pace, che imponeva gravissimi sacrifici al nostro Paese già uscito stremato dalla guerra. La terza linea, infine, è quella dell'intenso lavoro svolto dallo statista, unitamente al ministro degli Esteri Carlo Sforza e alla diplomazia italiana, per l'ammissione dell'Italia all'ONU.