Non lontano dai sessant'anni sono tornato in campagna, nel cuore della Sabina, in un casale che guarda il monte Soratte. C'è Bonnie la capobranco, una maremmana abruzzese di cinque anni; Sandro e Valentino, anche loro maremmani, adottati dopo essere stati abbandonati dai pastori, e cinque gatti: l'invisibile Jefferson - un enorme Maine Coon che ama nascondersi -, Sergio il vagabondo, l'implacabile cacciatrice Laura, Otto, che crede di essere un cane, e la vecchia Lola sempre in giro per la campagna. Insieme siamo una famiglia. Gli animali sono capaci di vivere nel momento presente meglio dei più illuminati maestri zen; nel conflitto, una volta stabilite le gerarchie sociali, sanno che è meglio evitare gli scontri violenti; trovano serenità e appagamento quando sono liberi di comportarsi secondo la loro natura. Siamo davvero sicuri che sia l'uomo a dover "educare" i suoi animali da compagnia e non il contrario? La scelta di Fabrizio Rondolino di trasferirsi nella campagna sabina e iniziare una nuova vita circondato da una famiglia allargata di cani, gatti e umani parte un po' anche da questo interrogativo: cosa possono insegnarci gli animali? Ed è così che nel racconto di episodi di vita quotidiana di questa colorata e bizzarra comunità scopriamo tante grandi piccole cose su noi stessi e sui nostri animali, impariamo a riconoscere i segnali di paura, di tensione o di sconforto che si celano dietro ai loro sguardi e a leggere i loro gesti per quello che sono e non per quello che sembrano a noi. "Compagni di viaggio" è il racconto di un mondo allegro, commovente e profondo; è un invito ad ascoltare, con gli occhi e con il cuore, i nostri amici a quattro zampe e a sorprenderci ogni volta che ci insegnano qualcosa che non sapevamo; è un'occasione per riflettere sul comportamento animale e per riscoprire quella parte di noi, troppo spesso dimenticata e anestetizzata, che in comunione con la natura e la terra ci restituisce un senso di pace e felicità.
A cento anni dalla nascita di Enrico Berlinguer, un'emozionante raccolta di immagini e testimonianze sull'uomo politico più amato della sinistra italiana. «Questo libro non è un saggio né una biografia ma, se così si può dire, un documentario: parlano soltanto i testimoni diretti, e parlano le immagini. Ed è bene aggiungere subito che è una celebrazione di Enrico Berlinguer.» Comincia così l'Introduzione di Fabrizio Rondolino, e non potrebbe essere più precisa e sincera: ripercorrendo l'esperienza umana e politica di Berlinguer, dall'infanzia in Sardegna alla precoce adesione al Partito comunista clandestino, dal ruolo centrale nella Fgci fino agli anni da segretario generale, questo libro, impreziosito da immagini e cimeli di un'epoca che ci appare così lontana e così presente, è un ritratto anche intimo e privato, ricco di aneddoti e testimonianze di chi Berlinguer l'ha conosciuto da vicino. Un omaggio sentimentale e politico che, anno per anno, inquadra e racconta l'evoluzione del più grande partito comunista dell'Occidente e di uno dei suoi leader più amati, capace di ridefinire i rapporti con l'Urss nei momenti più delicati della Guerra Fredda, di raggiungere il cuore di milioni di italiani (non solo militanti), di incidere profondamente nell'immaginario collettivo del nostro Paese. Fino alla prematura scomparsa e ai funerali del 13 giugno 1984, quando Roma venne invasa da una folla pacifica di militanti, simpatizzanti - e anche avversari - accorsi a rendere omaggio e a dire quel «Ciao, Enrico» che è un pezzo della nostra storia.