Quali sono le ragioni che possono spingere un individuo a farla finita? Si uccidono più le donne o gli uomini? I giovani o i vecchi? In quale stagione è più frequente il suicidio? Quale gruppo etnico è più esposto? Esistono dati sui differenti metodi usati per togliersi la vita? Quale professione è più colpita? Quale categoria è più esposta, i coniugati, i vedovi o i separati? Queste sono alcune delle domande che il testo affronta, nella consapevolezza che ad alcune di esse è ancora difficile dare risposta e cercando comunque di delineare alcune linee di tendenza.
La coesistenza di diverse tradizioni teorico-cliniche caratterizza l'epoca del pluralismo in psicoanalisi. In questo nuovo contesto, la complessità intra e inter-disciplinare dei concetti richiede un radicale ripensamento degli strumenti di lavoro dello psicoanalista. Mentre per un lungo tempo l'interpretazione è stata la punta di diamante dell'utervento terapeutico, oggi essa viene riconsiderata grazie alla decostruzione/ricostruzione dei fattori terapeutici all'opera nel processo trasformativo...
Il libro
Primo dovere del clinico, davvero utile per delineare un percorso terapeutico, è ascoltare ciò che il paziente ha da dire, non lasciare senza risposta la domanda di senso implicita in ogni discorso del paziente, per quanto apparentemente insensato esso sia.
Gli autori prendono le mosse dalla definizione della psicologia clinica, dei suoi ambiti applicativi, per mettere a fuoco alcuni fenomeni che fanno parte dell’esistenza umana – conflitto, trauma, umore, coscienza – e che ne rappresentano il fondamento.
Gli autori
Giovanni Stanghellini, psichiatra e psicoterapeuta, insegna Psicologia dinamica e Psicopatologia all’Università di Chieti-Pescara. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Psicopatologia della schizofrenia (con M. Rossi Monti, 1999) e Psicopatologia del senso comune (2008).
Mario Rossi Monti, psicoanalista della Società psicoanalitica italiana, insegna Psicologia clinica all’Università di Urbino. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Psicopatologia della schizofrenia (con G. Stanghellini, 1999) e Forme del delirio e psicopatolgia (2008).
Da quale stato d'animo nasce il delirio? In che modo la percezione di un oggetto apparentemente anonimo può scatenare un'esperienza delirante che sconvolge la vita di una persona? E ancora: quali nuove forme assume oggi il delirio, per esempio nelle personalità borderline? In che misura l'instabilità dei deliri borderline è il prodotto del nostro tempo? Una serie di risposte per chi abbia mantenuto la capacità di stupirsi davanti a fenomeni clinici che interrogano la natura stessa della condizione umana, un testo utile a ogni psicologo clinico e psichiatra.