Con un improvviso impressionante fragore, lungo tutta la linea delle mura i turchi si precipitarono all'assalto, lanciando urla di battaglia, spronati da tamburi, trombe e pifferi. Le truppe cristiane fino a quel momento erano rimaste in silenzio, ma quando le sentinelle dettero l'allarme, una chiesa dopo l'altra, in tutta la città, cominciò a far suonare le campane, finché ogni campanile fece sentire il suo squillo. I fedeli seppero così che la battaglia era cominciata. Per tutta la notte, le congregazioni attesero in preghiera. Ma sulle mura non c'era tempo per le preghiere. La notte del 29 maggio 1453, dopo un assedio di otto settimane, il sultano turco Maometto II ordina l'assalto finale a Costantinopoli, l'odierna Istanbul, ultimo baluardo dell'Impero Romano d'Oriente. L'imponente esercito ottomano, dotato di armi all'avanguardia e formato da migliaia di soldati, anche occidentali, venuti da ogni parte d'Europa per combattere contro i loro fratelli, si lancia contro le mura. La città, una delle meglio fortificate dell'epoca, non riesce più a contenere l'impatto nemico: il rapporto di 11 ottomani per ogni bizantino ormai non lascia scampo. A niente erano valsi gli appelli dell'imperatore Costantino XI, che si era recato di persona a mendicare l'aiuto dei sovrani europei contro il pericolo turco. I pochi rinforzi promessi non sarebbero mai arrivati in tempo. A nulla valgono nemmeno le preghiere che da ogni chiesa si levano, invocando l'Angelo vendicatore...
In quest'opera Steven Runciman studia il complesso periodo storico che vide, dal 1089 a oltre metà del 1400, la corsa all'"Outremer" da parte dei cristiani guidati e ispirati da personaggi come Goffredo di Buglione, Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone, opposti a condottieri entrati nella leggenda come il Saladino. Superando (e, anzi quasi ribaltando) la visione eurocentrica per cui la guerra tra cristiani e musulmani costituì uno scontro tra civiltà e barbarie, basandosi per la prima volta anche sui documenti delle fonti islamiche, Runciman ricostruisce il contesto storico degli eventi nella sua globalità, abbracciando nella trattazione un orizzonte che spazia dall'Atlantico alla Mongolia.
Considerate come la più romantica delle imprese cristiane oppure come la più infida delle invasioni barbariche, le Crociate rimangono una delle storie più emozionanti e avventurose di tutti i tempi. E la prima fu la più affascinante e drammatica di tutte. Chi per espiare penitenze, chi per brama di potere, chi per il desiderio di vedere luoghi sacri, chi per il bottino che l'Oriente prometteva, i crociati marciarono verso Gerusalemme, la Città Santa. E ciò che seguì, fu insieme epico e terribile.