“Una volta, dopo un pranzo in Curia, dove ogni anno mi invitava per due volte affinché lo informassi dettagliatamente sull’andamento del Centro Aletti, il padre generale di allora, padre Peter-Hans Kolvenbach mi ha detto:
– Mi raccomando: un giorno dovrà scrivere un libro sul suo padre spirituale. Intendo dire, un libro su padre Spidlík. Evidentemente, non lo potrà fare se non scrivendo anche del suo padre di sangue, perché in un certo senso anche lui era un padre spirituale. In questo è stato privilegiato dalla grazia di Dio. Ma, scrivendo su padre Spidlík, attento: non deve essere una biografia classica, un elenco di dati e di “detti celebri” del padre. Padre Spidlík ha già scritto da solo il suo pensiero. L’insegnamento del padre si legge in ciò che succede nel figlio. Si parla del padre confessandosi e, confessandosi, si manifesta la paternità e la figliolanza nella loro più autentica identità”.
(dall’inizio del libro)
Como en los diálogos de Platón, el padre Rupnik utiliza en este libro el género literario de la conversación y nos introduce en una ficción literaria que resulta ser, finalmente, muy real, porque habla de nuestra propia vida. En la conversación del venerable Boguljub con los dos jóvenes que se van a casar están tantas parejas de hoy día que buscan vivir auténticamente su vocación al amor; en la carta que el Venerable escribe a una religiosa fervorosa pero algo desencantada, está la vida y la vocación religiosa; en la conversación con el obispo hastiado por un vida sin contenido de fe, está el desaliento de tantas personas buenas pero que no han asentado su vida sobre una experiencia profunda de Cristo. En todas estas situaciones, el padre Rupnik hace emerger de modo magistral al sujeto que se confronta con la gran pregunta de su vocación, del discernimiento y de la verificación de un camino.
Marko Ivan Rupnik (Zadlog, Slovenia, 1954), jesuita, es profesor del Pontificio Instituto Oriental de Roma y de la Pontificia Universidad Gregoriana. Desde 1995 es, asimismo, director del taller de arte espiritual del Centro Aletti y, desde 1999, consultor del Pontificio Consejo para la Cultura. A su amplia actividad como artista y teólogo añade, además, la específicamente pastoral, sobre todo mediante conferencias y la dirección de numerosos ejer­cicios espirituales. En la BAC ha publicado también El conocimiento integral (2013), Teología de la evangeliza­ción desde la belleza (2013), Decir el hombre (2014), Profecía de amor (2015) y Lo abrazó y lo besó (2016).
Traducción del original italiano (Il camino della vocazione cristiana) por Sara Martín García. Coordinador de la traducción Pablo Cervera Barranco.
El padre Marco Rupnik, sj, no necesita presentación en el mundo de habla hispana. Se han traducido ya decenas de obras suyas. En este libro nos ofrece una Lectio divina de la parábola del «hijo pródigo»; parábola que podría llevar por título también El Padre misericordioso; o quizás mejor, Los dos hermanos: uno que se convirtió en siervo, porque acabó sometido a un amo que le hacía cuidar sus cerdos; y otro que vivía como un siervo, porque se quedó en la casa del Padre, pero nunca llegó a conocerle, vivió siempre como un asalariado. En este entramado se desarrolla el libro: un Padre que se alegra porque el hijo vuelve a casa y un hermano que se enfada y no quiere entrar en la fiesta. Son las tensiones que Lucas ha recogido en esta parábola y que el padre Rupnik, magistralmente, nos enseña a reconocer y a aplicar en nuestra vida.
Traducido del original italiano ("Gli si gettò añ collo". Lectio divina sulla parabola del padre misericordioso) por Pablo Cervera Barranco.
Introducción de Olivier Clément. Editado en colaboración con la Universidad Francisco de Vitoria.
El lector experto se dará cuenta de que no estamos ante una antropología teológica al uso, en el sentido de que no se trata de un manual académico, frío y aséptico, en el que se analicen y criben doctrinas varias. Sin embargo, tanto el estudioso como el lector inquieto por encontrar cauces nuevos para la reflexión acerca del hombre, sí encontrarán una antropología teológica rigurosamente confeccionada. Descubrirán en sus páginas la fecundidad de un pensamiento elaborado desde la luz que el Oriente cristiano —menos racionalista y encorsetado por rigorismos conceptualistas— aporta al Occidente postilustrado al «decir el hombre».
Marko Ivan Rupnik (Zadlog, Slovenia, 1954), jesuita, es profesor del Pontificio Instituto Oriental de Roma y de la Pontificia Universidad Gregoriana. Desde 1995 es, asimismo, director del taller de arte espiritual del Centro Aletti y, desde 1999, consultor del Pontificio Consejo para la Cultura. A su amplia actividad como artista y teólogo añade, además, la específicamente pastoral, sobre todo mediante conferencias y la dirección de numerosos ejercicios espirituales. En la BAC ha publicado también El conocimiento integral (2013) y Teología de la evangelización desde la belleza (2013).
La vita nuova che ci è data nel battesimo e che ciascuno fa propria nel cammino della vocazione, se assecondata, plasma un ambiente ed uno stile di vita da cui traspare la cultura della Pasqua e che aiuta a sostenere la redenzione ricevuta. Dal cuore, con cui abbiamo cominciato, si torna alla superficie, a quello che vedono gli altri.
È possibile vivere un’autentica vita spirituale e avere uno stile di vita secondo l’ultima pubblicità? Chi vive la vita dello Spirito comincia ad irradiarla anche nell’ambiente in cui si trova, a partire dalle relazioni, dai rapporti con la terra, dal vestito, perché il vestito è il prolungamento del corpo ed è uno dei linguaggi più potenti che esistano. Come il corpo è lo spazio in cui prendiamo coscienza della vita che scorre dentro di noi, così anche il vestito è un’espressione di come noi percepiamo noi stessi e ci comunichiamo agli altri. A partire dal vestito, dalla casa in cui abitiamo, si tratta di dare un’impronta personale al mondo intorno a noi. Lo stesso vale per il cibo, per lo stile con cui far festa e divertirsi... Mangiare non è il mangiare soltanto, ma è una sorta di atto liturgico che sarebbe un peccato banalizzare. Non si tratta di risolvere le cose con le regole, ma di discernere e di personalizzare tutto, in modo che trasmetta agli altri la nostra verità.
È questa la bellezza. Ed è questa anche la liturgia, quella della piccola Chiesa, quella dei nostri corpi, quella di ogni giorno, che san Paolo offre come immagine alla quale tende la vita dell’uomo su questa terra.
Per ascoltare la Parola di Dio, dopo l’incarnazione, bisogna avere gli occhi, perché la Parola si è fatta immagine. La gente allora la deve vedere. L’annuncio non passa al primo posto per le orecchie, ma per gli occhi.
Bisogna poter vedere qualcosa di bello. E bello è ciò che è assorbito dall'amore.
Indice: • Educare e formare * L'immaginazione * Un'abitazione secondo l'uomo nuovo * Il vestito * Il cibo * Il fallimento * La conversione della mente alla vita
Cuántas cosas han sucedido en Betania. Ante todo la resurrección de Lázaro, señal de un destino m´sa general que afecta a quien es convocaco alrededor de eta mesa. Jesús llama a Láaro para que salga de la tumba. Pero Lázaro resucitado es la señal de todo lo que sucede también a las dos hermanas, María y Marta. María de hecho reconoce en el amigo al Señor de la vida. Y desde el momento que la resurrección es creer en Jesús, porque el vive y cree en él no muere para siempre , la "confesión de la fe" de Marta es también la resurrección, la amistad como relación personal en el amor, basada en la amistad de Cristo con nosotros y en nuestro agradecimiento radical hacia él, la contemplación como capacidad de saber descubrir al Señor en los acontecimientos de nuestra vida y en la historia de toda la humanidad
Per scoprire la nostra strada bisogna tornare dentro di sé e indietro. A monte di ogni uomo c'è una visione, una vocazione, una voce che chiama. Siamo chiamati per realizzare la visione che il Creatore ha su di noi, che è l'amore. A questo scopo, Lui ci dà il tempo, ci fa incontrare le persone, ci offre doni e talenti. E poichè il nostro fondamento è posto in un Dio che ci crea rivolgendoci la parola, a noi è accessibile attraverso il dialogo. Perciò la vocazione si realizza nel dialogo, non come l'esecuzione di un diktat.
Ma l'amore presuppone un lungo cammino per giungere alla sua maturità. Ci sono delle tappe in questa chiamata. Uno si fidanza, entra in noviziato, in seminario, con una grande buona volontà, ma anche con tante sue idee. La scelta è il massimo che ha potuto fare in quel momento. Occorre allora che muoia alle sue idee, a quello che si aspetta, per risuscitare ad una vita di sinergia, sua e di Dio insieme.
Indice: 1. Creati per la vocazione * 2. Vocazione e redenzione * 3. L'itinerario del discernimento vocazionale * 4. La maturazione della vocazione.
Sono già tanti anni che ho conosciuto il monaco Boguljub – veramente “caro a Dio”, come dice il suo nome. Ricordo che mi diceva: “Dagli incontri, dai colloqui e dalle lettere rimangono alcune immagini, alcune parole che il tempo non riesce a cancellare. Chiedono di essere tessute nella riflessione, nella fede e nella vita spirituale di te che le porti. Alla fine formano una tale unità che non sai se sono queste immagini a rivelare i contenuti della fede o se sono le riflessioni spirituali a fondersi con le immagini della vita. Così, in ogni mio racconto, c’è un nucleo che appartiene alla vita di una persona concreta, che è diventato ispirazione, pensiero e vissuto della mia vita spirituale. Dicendo questo, parlo dell’amore”...
Che cosa è la preghiera incessante? Come si nutre il ricordo di Dio? Come certi gesti, certe parole, certi sapori riescono ad avere un gusto spirituale e fanno cogliere un po’ della luce di Dio, anche quando sono intrisi della sofferenza e del buio del mondo? Questo libro non lo spiega con dei ragionamenti. Attraverso alcuni episodi del monaco Boguljub, si viene introdotti nel suo mondo interiore fino a cogliere quel velo di mistero che avvolge il monaco e che ci fa percepire un po’ di quella presenza che Boguljub avverte dappertutto.
Indice: Introduzione (card. T. Spidlík) * 1. L'oro dell'icona * 2. Fiori d'autunno * 3. La nevicata * 4. L'impasse del pensiero * 5. Le fragole e il ghiaccio * 6. Pentimento e pace * 7. Liturgia di casa.
Pese a que el reciente Catecismo de la Iglesia recomiende esta práctica dentro del sacramento de la Penitencia, al comienzo de la celebración de la Misa y en el rezo de Completas, al fin del día, muchos creyentes, incluso directores de espíritu, la han encerrado en el baúl de los recuerdos. Aun admitidos los abusos o malos usos que pueda haber habido en esta práctica, el abuso no podrá jamás suprimir el uso. Por eso precisamente nos hace falta una buena teología, una buena espiritualidad, y una oportuna praxis renovada que haga resplanceder de nuevo el "examen del conciencia" como una joya redescubierta y pulida de nuevo. Es lo que nos ofrece el P. Marko Iván Rupnik en este libro ágil y completo, actual y práctico, y sobre todo, redimensionar y recuperar ese valioso y contrastado recurso de vida y progreso espiritual