Da dove nasce il fascino irresistibile di alcune città? Da dove si sprigiona il disagio alienante di molte altre? Quali fattori ne determinano le sorti? Lo spartito delle infinite variazioni sul tema urbano è orchestrato da episodi irripetibili e da processi di lungo periodo, da scelte individuali e da pressioni collettive. I mutamenti demografici e le innovazioni tecnologiche degli ultimi tre secoli, le utopie sociali dell'Ottocento, il potere delle odierne multinazionali e l'evoluzione professionale del design sono solo alcune delle forze storiche che hanno modellato le città, nei dettagli della loro forma materiale e nell'insieme del loro segno metaforico. Su questa base, Rykwert apre al lettore il ventaglio dei paesaggi urbani del globo: Città del Messico e Shanghai, Londra e Parigi, Berlino e Barcellona, Brasilia e Nuova Delhi, ma anche le onnipresenti baraccopoli, le periferie, le cinture verdi e i quartieri di lusso, i parchi tematici e le città giardino, da Disneyland all'area milanese della Bicocca; fino, naturalmente, a New York, all'ombra della tragedia dell'11 settembre. Sintesi personale e documentata dei processi storici e culturali che hanno dato vita ai tessuti urbani del presente globalizzato, l'ultimo libro di Rykwert è un percorso nella carne e nello spirito delle città moderne, per capirne i valori materiali e simbolici, le articolazioni economiche e architettoniche, i presupposti sociali e artistici.
Rykwert si interroga sul modello di città che gli abitanti elaborano o sognano. E lo fa analizzando anzitutto la situazione che coincide con l'origine stessa della città in senso moderno, il "rito etrusco" che fondava la città romana. Rykwert dimostra come la configurazione dell'urbe, con le sue mura, le porte, il foro, i templi, costituisse anche e soprattutto una forma simbolica nella quale si rispecchiavano i miti, i rituali, le credenze di tutta una civiltà. E si tratta di credenze collegabili, con accostamenti illuminanti a fenomeni e testi di varie civiltà arcaiche: indiane, africane, amerindie.