La follia è un terremoto dell'anima, che lascia i suoi prigionieri (o forse i suoi ospiti) feriti dall'urgenza di una domanda forte sulla sopravvivenza dell'io. Sono infatti le funzioni essenziali del sé ad essere messe drammaticamente in questione dalla mancanza del ground originario del contatto e dall'assenza di una parola capace di dire e di contenere un corpo nel mondo. È in questa ottica che la Gestalt Therapy si accosta al disagio grave: con ascolto e rispetto, accoglienza e serietà, pathos e leggerezza, dentro uno sfondo ermeneutico e clinico molto preciso. Tale sfondo - con le storie da cui esso è stato sollecitato e generato - è al centro di questo libro. I suoi autori intendono restituire qui il senso di un lungo lavorio teorico, snodatosi lungo quindici anni e consegnato ai lettori nella sua forma originaria: come un work in progress, dunque, con le sue oscurità, i suoi barlumi, le sue illuminazioni progressive. La comunità di ricerca di cui devo sapere subito se sono vivo è testimonianza e frutto ha avuto per molti anni in Giovanna Giordano un membro prezioso, un'organizzatrice instancabile, un'anima fiduciosa e gentile. Alla sua vita e alla sua memoria il libro è di tutto cuore dedicato.