Verona, 1328. Corrado da Romano, erede di Ezzelino e consigliere di Cangrande della Scala, ha organizzato con cura l’incontro segreto. Allo scoccare della mezzanotte, nove uomini avvolti in mantelli scuri, il volto nascosto da cappucci, si incontrano nei pressi della porta di San Zeno, controllata dalle guardie più esperte e fidate della città. La segretezza è necessaria, perché durante quella notte i presenti dovranno organizzare una pericolosa congiura: porre fine al dominio dei Bonacolsi a Mantova.
Così, pochi giorni dopo la riunione notturna, con l’aiuto di Corrado, cresciuto fin dall’infanzia per essere la lunga mano di uomini tanto potenti da essere considerati degli dei, i Gonzaga cercheranno di impadronirsi della città di Mantova all’alba di un torrido 16 agosto.
Per Corrado questa è solo una delle molte operazioni che lo hanno portato ad avere la fiducia e l’amicizia di personaggi come Matteo Visconti, Luigi Gonzaga, Jacopo da Carrara ed Enrico, conte di Gorizia e del Tirolo. Ma essere un cavaliere aurato, avere fama, ricchezza e successo, non vuol dire essere felici e Corrado non lo è pienamente. Desidera conservare l’onore della sua stirpe, vivere in pace e trovare l’amore. Per ottenere tutto ciò dovrà lottare a lungo, affrontando indomito guerre, prigionie, pestilenze e duelli all’ultimo sangue.
Treviso, 1259. La città è stretta nella morsa della calura, l'aria stagnante toglie il fiato. Ezzelino da Romano siede severo sullo scranno, il viso impassibile e lo sguardo impenetrabile bastano a identificarlo come podestà senza che inutili orpelli ricoprano il corpo ormai consumato da mille battaglie. Di fronte a lui, insieme a una folla muta e sbigottita, la forca. È quello il destino dei venticinque sudditi che hanno scelto di parteggiare per il Papa e che hanno tradito lui, il loro padrone. Mai nella sua vita Ezzelino ha mostrato debolezza o indecisione di fronte al nemico, e i colpevoli devono morire. Ma quei pochi nobili, impauriti e quasi inconsapevoli della propria sorte, non sono che una goccia nell'oceano dei suoi avversari. Perché il Pontefice sta schierando le truppe contro di lui, per annientare l'ultimo baluardo dell'Impero, per uccidere l'Anticristo e la sua stirpe. Ancora una volta Ezzelino sarà costretto a combattere in quell'impasto di dolore ed esaltazione che è la guerra, ma questa sarà la sua ultima battaglia.
VII secolo d.C. Rotari è il figlio del duca di Brescia. È imponente, ribelle, sicuro di sé. Nelle sue vene scorre sangue di re. Ma nell’Italia sorta dalle ceneri dell’Impero Romano, tra lotte intestine che indeboliscono il regno longobardo e le continue tensioni con Bisanzio, che ad esso contende il dominio della penisola, la strada per la corona è irta di insidie. E Rotari ha un solo amico su cui contare per raggiungere il suo scopo: è Stiliano, esiliato da Cividale per la condotta dissoluta e diventato prima maestro, poi compagno inseparabile del suo signore. Insieme, i due affrontano agguati, viaggi avventurosi, vendette, intrighi e tradimenti. Perché alla corte della regina Teodolinda, la lealtà è una merce rara e la sete di potere non risparmia nessuno. Ma Stiliano è pronto a dare anche la vita pur di proteggere Rotari dai molti nemici che tramano alle sue spalle. Come Andras, monaco e mago ravennate dalla crudeltà luciferina, maestro di congiure. O la perfida Gundeberga, figlia di Teodolinda, che si insinua a forza tra Rotari e la dolce Gaila. In un avvincente romanzo, un’Italia medievale cruenta e affascinante da cui emergono personaggi indimenticabili.