
Il libro, frutto di diversi anni di insegnamento alla Facoltà di Diritto Canonico dell'Università Gregoriana, risponde a un quesito assai importante della vita pastorale: è necessaria la fede per celebrare validamente un matrimonio? L'autore affronta l'argomento in maniera multidisciplinare, mettendo in dialogo la teoria generale sui sacramenti, la dogmatica giuridica del matrimonio, il Magistero, i principali documenti ecclesiali e la giurisprudenza del Tribunale Apostolico della Rota Romana. Si tratta di un approccio diverso rispetto ad altri studi, il cui frutto principale, per il lettore, sarà la comprensione della ratio che soggiace alle molteplici questioni. Il testo si rivolge non solo agli studenti di teologia e di diritto canonico, ma anche ai professionisti del foro e agli studiosi. È strutturato in quattro capitoli, è concepito come unità organica e conduce il lettore passo dopo passo addentro alle singole questioni con l'intento di favorirne una comprensione olistica e critica.
Il m. p. Mitis Iudex Dominus Iesus ha riorganizzato integralmente la materia concer­nente i fori competenti dei processi di nullità di matrimonio. Rispetto all’abrogato can. 1673, il vigente can. 1672 conserva il foro della celebrazione, il foro del domicilio e quasi-domicilio della parte convenuta e del domicilio della parte attrice, come pure il foro del maggior numero delle prove; aggiunge il foro del quasi-domicilio della parte attrice e ha, invece, abrogato le procedure con­cer­nenti le condizioni affinché una causa possa essere radicata presso il foro dell’attore e del maggior numero di prove.
Qualche autore ha sollevato alcune difficoltà in merito a tali innovazioni, in partico­lare riguardo al fatto che non si rinvengano più alcune norme procedurali. Il presente stu­dio, facendo un’analisi approfondita del vigente can. 1672 attraverso la lettura attenta e analitica delle fonti, cerca di cogliere lo spirito della nuova normativa e di rispondere indirettamente anche a tali difficoltà.
Il testo sviluppa, approfondisce e completa una conferenza dell’autore tenuta nel set­tembre 2019 alla Pontificia Università della S. Croce, durante il «7° Corso di aggiorna­mento in Diritto matrimoniale e processuale canonico».
La tesi centrale del libro è che un canone non possa essere compreso e interpretato in maniera completa senza tener conto del suo contesto storico-genetico. Ciò permette di non assolutizzare la propria posizione percettiva e, mettendosi in dialogo con la storia, è possibile arrivare a constatare che quanto in un’epoca fu ritenuto problematico o, per certi versi, anche inammissibile, in un’altra non lo fu; e viceversa.
Questa prospettiva mette lo studioso e l’interprete del diritto in una posizione di umiltà, dovendo distinguere tra ciò che è sovrastruttura di origine meramente culturale e ciò che è più essenziale e affetta il diritto naturale e, per estensione, anche la norma evangelica. Ciò richiede onestà intellettuale e alta preparazione tecnico-giuridica.
Davide Salvatori (1971), presbitero della Chiesa di Bologna (1996), è giudice del Tribunale Apostolico della Rota Romana (2012). Ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana (2000) e il Diploma di Avvocato Rotale (2001). Dal 2002 al 2012 è stato giudice e poi (2006-2012) anche Vicario Giudiziale Aggiunto del Tribunale Interdiocesano Flaminio (Bologna). Dal 2002 al 2012 è stato docente di diritto canonico presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna – Sezione Domenicani (Bologna) – e contemporaneamente presso lo Studium Antonianum dei Frati Minori di Bologna. Dall’anno accademico 2010/2011 è docente presso la Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia, dall’anno accademico 2012/2013 della Pontificia Università Gregoriana e dall’anno accademico 2019/2020 della Pontificia Università della Santa Croce. È autore di diversi contributi scientifici e ha pubblicato, per i tipi della Vaticana, il libro dal titolo Ricerca della verità, tutela della propria intimità e diritto di difesa. Considerazioni sul processo matrimoniale canonico.