"Gli anni di apprendistato continuano per tutta la vita."
Questa raccolta degli interventi critici non solo letterari ma anche teatrali, musicali, sui nuovi saperi e sull’organizzazione degli intellettuali, sulle diverse arti nell’accezione più vasta del termine – dagli anni cinquanta ai duemila – è l’opera nella quale si vede con chiarezza come in Edoardo Sanguineti sia la realtà stessa, rappresentata da incontri, dibattiti, convegni, collaborazioni con altri artisti, a dettare il ritmo del lavoro intellettuale, portando alla luce i temi decisivi e gli intrecci inestricabili della situazione concreta sui quali, per forza di cose, si deve focalizzare l’attenzione.
La conseguenza di trasformare la realtà in committente principe è quella di una completa apertura e disponibilità verso ogni manifestazione della vita; si crea così una rete dove si incontrano Petronio, Dante, Petrarca, Adorno, Benjamin, Gozzi, Marx, Baj, Brecht, Celestini, per fare solo alcuni dei nomi dei compagni di viaggio. Il percorso testuale offre una mappa degli interessi privilegiati dell’autore e contemporaneamente, attraverso le sue interpretazioni, un catalogo aggiornato dei nodi capitali delle diverse epoche che Sanguineti vive intensamente e attraversa con occhio acuto e critico.
La deriva dell'Occidente o più drasticamente dell'Italia, la crisi economica mondiale, gli affanni della società civile e politica… L'ultima raccolta di poesie di Edoardo Sanguineti. Che solo formalmente è un libro postumo. Varie ed eventuali è stato consegnato in forma dattiloscritta pronto per la stampa. Diventa, con la morte dell'autore, un lascito eccezionale di ironia, acutezza, prensilità sulle cose del mondo.
Il libro
Epistolina per N.B.
(7 maggio 2010)
caro Nanni, ritorno da Bologna:
ti scrivo qui, dall'autostrada, in fretta,
non ho notizie fresche, ma che rogna
che è questa cosiddetta crisi: aspetta
un po': guarda la Grecia, il Portogallo,
la Spagna: è una questione, qui, di giorni,
forse di ore, attenzione: guarda il gallo
con i sobborghi che esplodono, forni
ardenti, con Obama abbronzatissimo,
da nobelizzatissimo: si crede
imperatore del mondo: incertissimo
su tutto, poveretto, lui, l'erede
degli Stati sfasciati, indebitati,
nel pantano delle assicurazioni –
tra iraniani, e iracheni, e iperarmati
di Taiwan, nordcoreani, e legioni,
di indiani – e pechinesi che si acquistano
(e si vendono) tutto, tra filmati
di bollynigeriani, e si conquistano
i mercati: e un mondo è morto – e soldati
per le strade del mondo: e non si arriva
per me, al 2012: e vicina,
più vicina, è la fine: e la deriva
è completa: ma ciao – viva la Cina:
L'ultima raccolta di poesie di Edoardo Sanguineti. Che solo formalmente è un libro postumo. Varie ed eventuali è stato consegnato in forma dattiloscritta pronto per la stampa. Diventa, con la morte dell'autore, un lascito eccezionale di ironia, acutezza, prensilità sulle cose del mondo. Un lascito paradossale che non indulge ad alcuna flessione testamentaria. Il gioco, l'invenzione e l'avventura dentro il linguaggio – e dentro il mondo – staccano ritmi con erotica esuberanza, e con quasi comica accensione di smorfie e sberleffi.
La deriva dell'Occidente o più drasticamente dell'Italia, la crisi economica mondiale, gli affanni della società civile e politica, Barack Obama incerto imperatore del mondo, le sorti degli amici, le nequizie dei nemici – tutto rifluisce in un "girotondo" di "storie crude e cotte", che rimescola beffardamente le carte. Le "varie ed eventuali" di Sanguineti appartengono al tenace teatro di una scrittura poetica che si protende diabolica sul filo come un saltimbanco che non teme le altezze e lo svanire: "è un punto, appena, un puntolino, un niente: / sparisce, e via, velocissimamente:".
Una raccolta di raccolte, un vero e proprio contenitore di vent’anni di fittissima attività poetica. Poesie cartolina, resoconti dei viaggi più diversi, poesie travestimento, da Catullo a Pascoli, poesie gioco dove l’esperienza di vita, personale e individuale, si intreccia con l’interpretazione del mondo, l’uomo con la Grande Storia.
Un volume fondamentale, che mette in luce la ricerca coerente e lontana dalle mode di un autore che, senza perdere la forza dell’avanguardia, ha sempre saputo comunicare con trasparenza.
"Segnalibro è un oggetto sottile che serve a tenere il segno. Un libro che raccoglie trent'anni di lavoro poetico è un segnatempo, un punto di riferimento indispensabile per rispondere a molte domande ormai indifferibili sugli anni appena passati. Trent'anni di poesia sono il romanzo di una vita e in questo caso di una vita particolarmente attiva, ricca di movimenti." Antonio Porta.
Il libro
"Raccomando ai miei posteri un giudizio distratto, per i poeti del mio tempo:
(perché fu il tempo, dicono, della distratta percezione):
[…]
io non sono così, e non voglio
essere così:"
(da Postkarten)
"Segnalibro è un oggetto sottile che serve a tenere il segno. Un libro che raccoglie trent'anni di lavoro poetico è un segnatempo, un punto di riferimento indispensabile per rispondere a molte domande ormai indifferibili sugli anni appena passati. Trent'anni di poesia sono il romanzo di una vita e in questo caso di una vita particolarmente attiva, ricca di movimenti."
Antonio Porta.
CATAMERONE (1951-1971) – POSTKARTEN (1972-1977)
STRACCIAFOGLIO (1977-1979) – SCARTABELLO (1980)
CATALETTO (1981) – FUORI CATALOGO (1957-1981)
Quasi cinquant'anni di attività letteraria e creativa danno vita a queste "Smorfie", una raccolta che contiene dalle prime prove fino alla produzione degli anni duemila e un inedito. In una lingua essenziale, e sempre funzionale al progetto di scrittura, Sanguineti propone una sorta di viaggio in un io che è davvero un altro, in quanto si configura non solo come frammentato e distrutto sul piano della coscienza, ma come dislocazione del corpo, delle sue pulsioni e delle sue affezioni, intersecando amori, dolori e delusioni, progetti e incontri casuali, mettendo sotto gli occhi una scrittura che, da una posizione defilata, ha fatto da controcanto all'intero percorso poetico dell'autore.
Il testo qui presentato è la rielaborazione e la sintesi di 24 interviste televisive, di circa 20 minuti ciascuna, rilasciate da Edoardo Sanguineti a Giuliano Galletta a partire dall'ottobre 2001 e fino all'aprile 2002 e andate in onda, con cadenza settimanale, sull'emittente genovese Telecittà.
Il chierico (o per dirla in un altro modo, l'intellettuale) si fa organico nella coscienza del rapporto col proprio gruppo sociale di riferimento e riesce a darci la sua verità, parziale e relativa ma decisiva. In questi testi, che sono frutto di cinquant'anni di attività letteraria e narrativa, troviamo un Sanguineti giocoso, sabotatore della letteratura. Questo libro di critica diventa un viaggio interpretativo, una sequenza e un collage di tessere che indicano diversi percorsi e contemporaneamente la forte volontà di svelare la natura finzionale dell'atto artistico.
Invitato a Torino a parlare di montaggio, Edoardo Sanguineti offre il suo mondo, personale e vertiginoso, agli studenti del DAMS, regalandoci una lunga riflessione che si presta, con altrettanta naturalezza, a una rilettura del Novecento. Dal cinema delle origini a von Trier, Sanguineti ci restituisce un percorso intellettuale e artistico di complessa generosità e di appassionante lettura, scandito da ricordi personali e da incursioni nella letteratura: Leopardi e Lautréamont ma, anche, Rimbaud e Manzoni. Su tutto domina la ricerca «dell'emozione intellettuale come geografia dei possibili modi di fruire dello spettacolo cinematografico» e, naturalmente, come possibile interpretazione della realtà.