Scritti a margine di un'intensa produzione filosofica e storiografica, i sei saggi qui raccolti ruotano intorno al tema di biografia, autobiografia e storia. L'indagine sullo statuto dei tre generi letterari lascia emergere la difficoltà, in ciascuno, di poter conseguire la pienezza del risultato, svelando tra di essi una irresistibile contaminazione. La riflessione di Gennaro Sasso incontra opere e autori attraverso i quali emerge in primo piano il tema della crisi dell'Europa sulla via del tramonto, tra le due guerre che nel corso del Novecento ne hanno segnato il destino: Croce e Gentile, e la presunta "egemonia" delle filosofie idealistiche; il "provincialismo" degli studi; il Thomas Mann del Doctor Faustus; il Diario di Piero Calamandrei; e ancora Carlo Dionisotti e Arnaldo Momigliano. Nello sfilare di questi saggi, nei quali la dimensione critica e storiografica è percorsa da altrettanta profondità psicologica per i personaggi e le situazioni che vi sono affrontati, al lettore accade di percepire l'eco di un mondo assai vasto della cultura.
Scritti in occasione del quinto centenario del Principe, questi nuovi saggi di Gennaro Sasso affrontano i principali aspetti del pensiero di Machiavelli, a partire dal rapporto tra politica e storia, che si stringe nei nodi della decadenza e del conflitto: il modello della storia romana si condensa nell'ossessione machiavelliana per la decadenza e per la capacità della costituzione di non spegnere i conflitti ma di farne materia viva di accrescimento. Riprendendo i motivi della sua interpretazione, elaborata in oltre cinquant'anni di studi, l'autore si sofferma sul Principe e sui Discorsi, proponendo una forte rivalutazione delle Istorie fiorentine, un autentico capolavoro, dove il confronto tra la storia fiorentina e quella romana perviene a una drammatica meditazione sul passato italiano. I diversi saggi affrontano i temi dell'eternità del mondo, della presenza di Lucrezio e Dante in Machiavelli, nonché le interpretazioni di Francesco De Sanctis e Benedetto Croce. Per i diversi fili di un'indagine sorretta da competenza filologica e storiografica, emerge un'immagine attuale della grande figura del Segretario fiorentino.
Nell'interpretazione che Gennaro Sasso ne fornisce in questo libro, Ulisse è, in Dante, non tanto l'eroe della virtù e della conoscenza, e meno che mai è il “fandi fictor” della rappresenta- zione virgiliana, quanto piuttosto l'eroe e insieme la vittima della necessità che, per il tramite del desiderio intrinseco all'uomo, lo spinge ad andare oltre, senza che questo possa mai essere adeguato e un altro «oltre» non si profili come una mèta da raggiungere. Questo concetto è illustrato nell' ampio saggio che apre il volume; ed è particolareggiato, nei successivi cinque, in analisi molteplici che, partendo dal ventiseiesimo canto dell'Inferno, e illustrandone aspetti specifici, aprono il discorso ad altre questioni, concernenti aspetti importanti del pensiero filosofico e teologico di Dante. Ulisse è bensì, infatti, il grande personaggio che racconta la storia della sua cosa verso la morte. Ma, nell'esserlo, è anche il luogo ideale in cui, attraverso il racconto della sua avventura, Dante prese contatto con quel che aveva pensato in una stagione determinata della sua vita, con quel che di quelle esperienze ancora condivideva e con quel che, seguitando a sentirne il fascino, non poteva tuttavia condividere più.
La suggestiva ipotesi proposta da Gennaro Sasso è che Dante abbia costruito la figura di Francesca da Rimini spirandosi alla teoria dell'irresistibilità dell'amore esposta da Guido Cavalcanti in "Donna me prega": da questo punto di vista, la condanna di Francesca va dunque interpretata come una critica radicale dei concetti svolti nella grande canzone cavalcantiana, che Dante respinge con nettezza.
Perché Gentile aderì al fascismo? A giudizio di Sasso, la scelta di Gentile originava dalla sua idea della storia dell'Italia moderna, in cui il fascismo figurava come il culmine necessario. Sasso compie dunque un esame mirato delle opere di Gentile per far emergere la sua interpretazione della dinamica intellettuale e politica della storia d'Italia, e mostrare la coerenza tra questa visione storica e l'adesione al fascismo.