Perché esistono i rituali? E perché il rito è uno strumento usato dal potere, nelle piccole comunità primitive come nelle antiche civiltà e negli Stati contemporanei? Per rispondere a queste domande, nel volume vengono descritti i comportamenti rituali nelle altre specie e negli antenati dell'Uomo, esplorate le componenti emotive, cognitive e sociali dei rituali umani e analizzate le molteplici funzioni che il rito svolge in relazione al potere: il rito come mezzo per legittimare l'autorità ma anche per "costruirla", il rito come arma nella competizione per la conquista del potere, come meccanismo di controllo dei conflitti ma anche come innesco che fa esplodere la violenza. Viene poi proposta un'esplorazione etnografica che conduce il lettore attraverso le cerimonie imperiali dell'antico Giappone, i funerali di John Kennedy, i poteri magici dei re capetingi, la divinizzazione degli imperatori romani e degli antichi sovrani giavanesi e balinesi, le parate militari sulla Piazza Rossa, i sacrifici umani degli Aztechi.
Gli ultimi decenni hanno visto un profondo ripensamento teorico dell'antropologia; molte certezze sono state abbandonate, molte categorie sono entrate in crisi. La nozione di "rito" ha invece mantenuto una notevole vitalità. Le ricerche, inizialmente limitate ai rituali delle società primitive, si sono poi estese alle pratiche cerimoniali delle civiltà antiche e, più di recente, ai rituali secolari del mondo contemporaneo. Anche i saggi contenuti in questo libro, scritti da antropologi italiani (Allovio, Bellagamba, Comba, Favole, Mastromattei e Scarduelli) che hanno condotto ricerche in diverse parti del mondo, dimostrano come si possano costruire, nel campo di studi del rituale, "oggetti" etnografici diversi.