Nel corso del Novecento l’Italia è riuscita ad affermarsi come punto di riferimento mondiale della moda, nonostante il predominio secolare di Parigi e di Londra.
Il libro ripercorre la storia di questo successo che ha contribuito a diffondere una nuova e positiva identità del nostro paese a livello internazionale.
Per capire la peculiarità del ‘modello italiano’ è necessario soffermarsi non solo sugli aspetti della produzione artigianale e industriale o sull’evoluzione degli stili. Bisogna prendere in considerazione anche i mutamenti economici e culturali che hanno trasformato radicalmente l’Italia nel giro di pochi decenni: dal miracolo economico alla rivoluzione giovanile e politica, dal consumismo degli anni Ottanta alla globalizzazione, dall’ecologismo degli anni Duemila fino al difficile scenario odierno.
Scritte con uno stile brillante, ricche di riferimenti al cinema, alla letteratura, all’arte e al mondo dei media, queste pagine offrono per la prima volta un bilancio complessivo su un fenomeno che ha segnato profondamente la nostra storia recente. È il libro che mancava sulla moda italiana.
Nutrirsi è un'esperienza universale, ma non mangiamo le stesse cose, nello stesso modo, negli stessi luoghi. Osservando attentamente un pasto, potremmo spiegare tutto, o quasi, di una certa popolazione. Questo libro nasce così, per raccontare la storia e le geografie degli italiani partendo dal modo in cui mangiano, dalle usanze dei nobili nella seconda metà dell'Ottocento fino alle ipotesi sui decenni a venire. È realizzato intorno ad alcuni pranzi realmente avvenuti, ricostruiti attraverso fonti storiche di varia natura; usa la storia, ma anche la letteratura, l'arte, i media e le testimonianze orali per spiegare cosa c'è dietro (e dentro) quei piatti.
Nutrirsi è un'esperienza universale, ma non mangiamo le stesse cose, nello stesso modo, negli stessi luoghi. Osservando attentamente un pasto, potremmo spiegare tutto, o quasi, di una certa popolazione. Questo libro nasce così, per raccontare la storia e le geografie degli italiani partendo dal modo in cui mangiano, dalle usanze dei nobili nella seconda metà dell'Ottocento fino alle ipotesi sui decenni a venire. È realizzato intorno ad alcuni pranzi realmente avvenuti, ricostruiti attraverso fonti storiche di varia natura; usa la storia, ma anche la letteratura, l'arte, i media e le testimonianze orali per spiegare cosa c'è dietro (e dentro) quei piatti.
Dire che la nostra società è definita e plasmata dai consumi non è un'affermazione sorprendente. Lo diventa quando si sostiene che le pratiche del consumo hanno influenzato la struttura sociale e politica del nostro paese sin dalle sue origini unitarie, ben prima che si cominciasse a parlare della cosiddetta "società dei consumi". Questo volume mostra come, dalla lotta contro la povertà dei primi governi liberali dell'Italia unita alla creazione, voluta dal fascismo, di un consumo nazionale autarchico, per arrivare fino all'oggi con le politiche del welfare e i movimenti del consumo critico, il fattore consumistico abbia giocato un ruolo fondamentale nella definizione della nostra fisionomia di nazione e negli orientamenti delle diverse politiche di governo. Emanuela Scarpellini conduce un'inchiesta sull'evoluzione storica delle abitudini d'acquisto degli italiani, attingendo ai risultati delle più recenti ricerche economiche, antropologiche e sociologiche in materia ma anche dalla letteratura e dall'arte. Particolare attenzione è dedicata al mondo e ai luoghi del commercio, colti nel loro sviluppo storico e architettonico che modifica profondamente il paesaggio urbano: dai negozi alle fiere di paese, fino ai grandi magazzini, ai supermercati "americani", ai centri commerciali e agli outlet dei nostri giorni.