DESCRIZIONE: Il saggio Amore e conoscenza (1915) è una intensa e originale chiarificazione del rapporto tra atti conoscitivi e atti d’amore nello spirito umano. I diversi temi in esso affrontati convergono nell’affermare il ruolo dell’amore, inteso come atto emotivo di natura intenzionale, in vista della conoscenza del reale nelle sue molteplici dimensioni. L’amore, per Scheler, si caratterizza come originaria via d’accesso alla realtà: è quell’atto che in certo modo la rende visibile, facendola riaffiorare dal mare del non visto e dello sconosciuto.
COMMENTO: Una straordinaria riflessione sull'amore come origine e guida della conoscenza personale e intellettuale. Un libro che completa le riflessioni contenute nel volume Ordo Amoris.
MAX SCHELER (1874-1928) – filosofo e docente nelle Università di Jena, Monaco, Colonia e Francoforte – è stato tra i maggiori esponenti della fenomenologia. Tra le sue opere tradotte: Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori. Nuovo tentativo di fondazione di un personalismo etico (San Paolo Edizioni 1996); La posizione dell’uomo nel cosmo (Franco Angeli 2004); L’eterno nell’uomo (Bompiani 2009). Presso la Morcelliana: Ordo amoris (2008).
A cura di Paola Premoli De Marchi
Testo tedesco a fronte
“Desidero sinceramente elevare il mio sguardo spirituale
al di sopra delle tempeste e delle burrasche di questo tempo –
in un’atmosfera più pura, e dirigerlo a ciò per cui l’uomo è uomo,
vale a dire ciò per cui egli partecipa dell’eterno.”
Il volume che viene presentato al pubblico italiano in una nuova traduzione è la principale opera di filosofia della religione di uno dei filosofi più geniali e influenti della filosofia tedesca contemporanea. Fin dalla pubblicazione (1921) suscitò uno straordinario scalpore, tanto da essere considerato una svolta nella teologia cattolica (Pryzwara), ma anche diverse critiche per l’impostazione rivoluzionaria rispetto alla tradizione scolastica. Nell’Eterno nell’uomo Scheler vuole restituire alla dimensione religiosa il suo ruolo di sfera più essenziale e decisiva per l’uomo: l’uomo è uomo perché partecipa dell’eterno. Egli si richiama ad Agostino e alla centralità del contatto immediato dell’anima con Dio, però applica a questa prospettiva gli strumenti della fenomenologia nata sulle fondamenta delle Ricerche Logiche di Husserl. Da questo consegue che la teologia naturale non sia più equivalente alla metafisica, ma abbia come oggetto proprio i fenomeni originari di ogni esperienza religiosa, dei quali la filosofia deve cogliere l’essenza e le leggi necessarie che ne regolano i rapporti. La riflessione filosofica su Dio diventa allora una “teologia dell’esperienza essenziale del divino”, che parte dalla riflessione sugli atti religiosi: “Nell’atto religioso si vede e si sente una presenza di Dio nella creatura, analogamente al modo in cui l’artista può essere visto e sentito nell’opera d’arte”. Così, “insegnare a trovare Dio è qualcosa di fondamentalmente differente e più eccelso che provare la sua esistenza. Solo chi ha trovato Dio può sentire la necessità di dimostrarne l’esistenza”. Questa è la tesi centrale dell’opera più ponderosa del volume, i Problemi di religione. I quattro più brevi saggi che lo completano, invece, illustrano la natura della filosofia (Essenza della filosofia) e il ruolo centrale della religione, in particolare del cristianesimo, nella società, nella storia e nella cultura. Seppure assai influenzati dal momento in cui furono scritti, e soprattutto dalla tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, assai profondo è il valore profetico di questi saggi per l’uomo contemporaneo che ha vissuto quanto Scheler aveva previsto e si trova ancora immerso nella crisi della cultura europea che in questo volume è tanto acutamente descritta.
Paola Premoli De Marchi ha conseguito il dottorato e la libera docenza presso l’“Internationale Akademie für Philosophie” del Principato del Liechtenstein, centro di ricerca internazionale che si ispira alla fenomenologia realista, di cui Max Scheler è uno dei padri fondatori. Tra le sue pubblicazioni vi sono Uomo e relazione. L’antropologia filosofica di D. von Hildebrand (Franco Angeli 1998), Etica dell’assenso (Franco Angeli 2002), Uomo né angelo né bestia, argomenti a favore dell’immortalità dell’anima (Ed. Art 2005) e Chi è il filosofo? Platone e la questione del dialogo mancante (Franco Angeli 2008), vincitore ex aequo del Premio “Mario di Nola” 2009 conferito dall’“Accademia Nazionale dei Lincei”. Per la Bompiani ha curato anche la traduzione di due opere di D. von Hildebrand: Che cos’è la Filosofia? (2001, con M. Pasquini) e Essenza dell’amore (2003). Attualmente è docente di Etica presso la facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro (Novara) e presso il Master in Bioetica ed Etica Applicata della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino.
L'ordo amoris è per Scheler il nucleo fondamentale dei valori (distinti dai beni empirici), degli atti d'amore e odio dell'individuo e la fonte originaria di ogni sua autentica esperienza etica. Un ordine soggettivo, il centro dinamico della persona, cui corrisponde un ordo amoris assoluto e universale, capace di strutturare l'intera realtà "dal granello di sabbia fino ad arrivare a Dio". Mutuando il tema da Agostino, e alla luce della riflessione pascaliana su un ordre du coeur distinto dall'intelletto, il filosofo tedesco si domanda: è possibile un concetto quale "ordine dell'amore" senza cadere in contraddizione? Una riflessione che, condensata in queste pagine inedite pubblicate postume (da un manoscritto del 1916, con inserto del 1914-1915), illumina con sguardo fenomenologico il vissuto etico dell'uomo e il tentativo di elaborarne una dottrina.
Scheler muestra que el sentir, los sentimientos y las leyes que rigen la vida emocional no tienen su origen primero en la psicología, sino en la ética, de tal manera que su conocimiento permite elaborar una teoría completa sobre la persona, una auténtica antropología.
Esencia y formas de la simpatía (1923) es, junto con su Ética (1916), uno de los textos que mejor exponen su teoría de los sentimientos. Tres son las cuestiones principales que se abordan. En primer lugar, la empatía, es decir, aquellos procesos de congratulación y de compasión que están en el sustrato más antiguo de toda conducta simpatizante. En segundo lugar, el amor y el odio, entendidos positivamente como formas peculiares de comportarse ante los objetos que tienen valor.
Por último, la percepción del yo ajeno, conocimiento al que se accede mediante la simpatía y el amor. En este sentido, el autor postula un realismo directo a la hora de conocer el yo propio y el ajeno, pues éste y sus vivencias pueden ser percibidos interiormente del mismo modo que lo es el yo propio.
In questa conferenza tenuta a Berlino nel 1927, Max Scheler applica al clima politico dell'epoca i principi che aveva sviluppato in una delle sue opere più importanti, "Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori". Scheler s'interroga sulla "pace perpetua" davanti a un uditorio di uomini politici e diplomatici che di lì a poco sarebbero saliti alla ribalta in Germania. Ma non si tratta di uno scritto occasionato da un clima culturale che prepara la strada a Hitler; è invece il ragionamento lucido in risposta all'idea che da un conflitto di portata mondiale possa venire una pace eterna.
Tres siglos después de que Francis Bacon denominara "ídolos" a los prejuicios que ofuscan nuestro conocimiento del mundo externo, Max Scheler dedicó este libro extraordinario al estudio de los principales tipos de engaño en que incurrimos cuando intentamos conocernos a nosotros mismos. Blanco especial de su crítica es el dogma cartesiano de la infalibilidad de la percepción interna.