"Cronaca di una vita di donna", semplicemente di una generica vita di donna, a rappresentanza di quell'universo femminile che sembra scontare su di sé, nel completo smarrimento dei ruoli di una società in declino, la solitudine e lo svilimento della propria identità personale. Due sono gli elementi principali che caratterizzano questo romanzo: la capacità introspettiva dello scrittore e, insieme, il ritmo inesorabile del racconto.
Osservazioni, aforismi, notazioni, umori e malumori, slanci e ritrosie, cinismo, diffidenze, autoironia di un grande narratore che scrive ironicamente in queste pagine: "Se scuoti un aforisma ne cade fuori una bugia e ti avanza una banalità".
Questo racconto d'esordio di Schnitzler è oggi considerato uno dei testi più interessanti sulla psicologia del morente e sulla relazione tra letteratura e medicina. Allo scrittore Felix viene diagnosticata una malattia che gli lascerà al massimo un anno di vita; Marie, sconvolta, giura a Felix, suo amante, di non poter vivere senza di lui e di volerlo seguire nella morte; il medico Alfred conforta il malato con parole di speranza e rimane a fianco di Marie quando lei sfuggirà alla morsa dell'amante che vorrebbe trascinarla con sé.
Dopo una scabrosa confessione cominciata come per gioco con la moglie, ha inizio tra visioni e apparenze, tra desideri proibiti e paura di assaporarli, la notte "brava" del dottor Fridolin, medico viennese alla moda sposato a una donna bellissima. In un'atmosfera allucinata e onirica si imbatte in quattro donne che gli si offrono inutilmente: la figlia di un paziente defunto, una prostituta, la ragazza-bambina di un affitta-costumi, una donna nuda e bellissima, incontrata a una festa in maschera in una villa misteriosa. Tornato a casa, frustrato per non avere commesso l'adulterio, ascolterà dalla moglie il racconto di un sogno in cui veniva tradito e, il giorno seguente, scoprirà che la realtà ha cancellato ciò che è avvenuto la notte precedente.
Composta da Schnitzler nei suoi ultimi mesi di vita il libro rimanda a "Il ritorno di Casanova". Ma questa volta la scena è cinquecentesca e la vicenda è una sorta di progressiva iniziazione: il giovane Anselmo Rigardi, abile spadaccino di nobile lignaggio, passa attraverso una travolgente serie di avventure, fra briganti e donne leggere, innocenti fanciulle e giocatori insidiosi, avventure che sembrano tutte dettate dal caso, ma sono piuttosto le caselle di un gioco prestabilito, dove arbitro è la morte.
L'ultima avventura di Casanova, un feroce scontro tra Amore e Morte. «Nel Ritorno di Casanova il filo dell'avventura non si allenta mai, si indugia o si precipita negli eventi e la tensione è sempre alta, l'attesa non va mai perduta, e la calma delle pagine è sovrana» (Alfredo Giuliani)