
Raccolta degli interventi del cardinale Angelo Scola, dedicati alla famiglia, pubblicati sul "Messaggero di sant'Antonio" tra gennaio 2011 e marzo 2012.
In occasione del Natale il nuovo Arcivescovo di Milano ha deciso di rivolgersi ai bambini con una lettera a loro dedicata. Il cardinale Angelo Scola invita i più piccoli a scoprire che Gesù è vivo e cammina con te; li spinge a domandarsi che cosa c'entri Gesù con la vita di tutti i giorni (con la scuola, con la musica, magari anche con la malattia o la fatica di qualche membro della famiglia). L'Arcivescovo invita a riflettere sul fatto che Gesù Bambino è il dono più grande che gli uomini abbiano ricevuto e che si manifesta nella vita quotidiana di ognuno. Questo significa dire "Buon Natale!"
Il volume contiene i testi integrali degli interventi del nuovo Arcivescovo il giorno dell'ingresso solenne in Diocesi. Si parte con quello letto nella basilica di Sant'Eustorgio, poi l'omelia in Duomo con i ringraziamenti finali. Il volume contiene anche i testi degli interventi del cardinale Dionigi Tettamanzi alla consegna del pastorale di San Carlo e dell'Arciprete del Duomo mons. Luigi Manganini. Conclude l'illustrazione dello stemma cardinalizio da parte di mons. Marco Navoni.
Il libro propone i dialoghi reali che il neo arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, tenne con alcuni ragazzi e ragazze, incontrati in diverse occasioni della sua visita pastorale a Venezia, nelle parrocchie, nei movimenti, nelle scuole e nelle associazioni. Provocato dalle loro domande dirette e molto concrete, il cardinale risponde affrontando con grinta i temi della paura e dell'amicizia, del significato di "diventare adulti", dell'amore e della sessualità, della fede e della vocazione... Attraverso la forma del "botta e risposta", che permette al testo scritto di mantenere la freschezza del dialogo svoltosi senza filtri, il cardinale di Milano accompagna i suoi giovani interlocutori a verificare come nulla della persona resti fuori dalla fede cristiana che, con la sua luce, sa investire tutto di noi, ogni desiderio e sogno, come anche ogni timore o fragilità. Il testo si articola in vari capitoli, nei quali i dialoghi ruotano attorno a specifici temi: diventare grandi, la paura, la libertà, la vocazione, l'amore... Infine chiude il volume un'appendice sul sacramento della Cresima e un post-scriptum sul rapporto uomo-donna, "riservato" alle ragazze, ma consigliato anche ai ragazzi, genitori ed educatori.
Lettera per la visita alle famiglie del Card. Arcivescovo di Milano Angelo Scola
La prima lettera alla Diocesi del cardinale Scola per l'anno pastorale in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie. "La famiglia è la via maestra e la prima, insostituibile "scuola" di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. I cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l'oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore di ogni esperienza di amore si può realizzare. La famiglia così concepita è un patrimonio prezioso per l'intera società". È la prima lettera del cardinale Scola alla Diocesi per quest'anno pastorale, con lo sguardo rivolto all'evento più importante: l'Incontro mondiale delle famiglie. La lettera dell'Arcivescovo apre il nuovo volumetto che farà da guida al cammino di preparazione con annessa l'Agenda pastorale. Ma il cuore dell'Incontro dell'anno prossimo è proprio la prima visita di Benedetto XVI a Milano. Su questo il Cardinale insiste particolarmente: "È necessario che, nel tempo che ancora ci separa da quella data, in ogni parrocchia e decanato, in ogni aggregazione di fedeli, in ogni famiglia, ma anche in pubblico confronto con i vari ambiti della società civile, noi ci impegniamo a riscoprire il significato della figura del Successore di Pietro nella vita della Chiesa e nell'odierna società plurale". "Perché il Papa viene a noi?", si chiede Scola.
Un comandamento contraddetto da millenni di storia poiché oggi come un tempo regna la convinzione che in determinate circostanze uccidere sia giusto e necessario. L'omicidio è una costante antropologica dello spirito umano, un marchio sanguinario della specie: Caino inaugura biblicamente la storia assassinando Abele. Ma cosa Caino uccide in Abele? L'individuo-persona, la discendenza secondo la concezione ebraica, la sacralità della vita secondo il cristianesimo, la "nuda vita" dello sterminio, quella considerata mero funzionamento biologico nelle attuali discussioni sul fine-vita? In queste domande sono i nodi di un comandamento su cui si scontrano oggi ragioni biopolitiche, teologiche e scientifiche. È possibile restituire uno statuto assoluto alla proibizione dell'omicidio?