Nel maggio del 1942 Filip Müller, giovane ebreo slovacco, viene assegnato al lavoro nel crematorio di Auschwitz-Birkenau, dove si bruciano i cadaveri dei prigionieri e degli ebrei assassinati dai nazisti. Con commozione e partecipazione cerca di portare conforto a chi sta per morire nelle camere a gas e, nonostante la disperazione lo assalga, Filip sopravvive per raccontare al mondo la tragedia cui assiste. La sua testimonianza svela gli orrori e i crimini perpetrati dai nazisti, ma anche episodi di sorprendente coraggio, come una rivolta di prigionieri ebrei, che di fronte a morte certa mostrano una dignità straordinaria. Età di lettura: da 13 anni.
Ogni anno, dall'Italia, migliaia di visitatori raggiungono il lager di Auschwitz; per lo più gruppi di studenti e di insegnanti, ma anche famiglie e singole persone. Dal 1959 il loro numero cresce continuamente, nonostante sia trascorso ormai più di mezzo secolo dalla sua liberazione. Chi si reca a Oswiecim (Polonia), visita il lager di Auschwitz, che ha sede nel campo base, e poi raggiunge Birkenau, il campo poco distante, spesso non riesce a capire come funzionava questo immenso centro di sterminio e di afflizione. Intorno a questo luogo memoriale immerso in un grande e profondo silenzio che lascia esterrefatti, la vita scorre e la città come i suoi abitanti cercano di mostrarsi per quello che sono oggi, senza riuscire a risolvere (ma si potrà mai?) il conflitto tra il presente e un passato che non passa. Per capire occorre arrivare a Oswiecim preparati e informati, ma poi, sul luogo che tra il 1940 e il 1945 vide morire più di un milione di ebrei e fu il lager del martirio di un'Europa soggiogata dalla scure nazista, gli occhi guardano ciò che rimane senza troppo comprendere. Auschwitz è una guida ricca di informazioni, fotografie e mappe, di suggerimenti puntuali per aiutare il visitatore a entrare in ciò che resta oggi di questo terribile passato, un utile strumento per cominciare a ricostruire la storia del complesso concentrazionario e a rivivere con l'immaginazione i frammenti di vita quotidiana di molti dei deportati ebrei e non che vissero in questo luogo.
"Considerate se questo è un uomo / Che lavora nel fango / Che non conosce pace / Che lotta per mezzo pane / Che muore per un si o per un no". Sono i versi che aprono "Se questo è un uomo", il libro che consacra Primo Levi all'attenzione del mondo. Ma chi è Levi, oltre che un grande protagonista della letteratura e un testimone sopravvissuto all'Olocausto? È un bambino con gli occhi attenti, un appassionato di montagna, un giovane innamorato, uno scienziato rigoroso. Un uomo dal corpo fragile e dallo spirito tenace. Cosi tenace da sfidare la logica del campo di concentramento: privare l'uomo della propria umanità. Alla brutalità nazista Levi oppone la conoscenza, la luce della ragione. Una luce che rischiara ancora il passato, e ancora illumina le minacce del futuro. Età di lettura: da 11 anni.
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1943, Primo Levi venne arrestato, in località Amay (Valle d'Aosta), durante un rastrellamento della milizia fascista contro i partigiani. Con lui saranno arrestati Luciana Nissim e Vanda Maestro, Aldo Piacenza e Guido Bachi che, da qualche settimana, hanno dato vita a una banda di ribelli affigliata a Giustizia e Libertà. Nonostante questo episodio dia inizio a tutto il suo calvario di ebreo deportato ad Auschwitz, Primo Levi parlerà assai poco e saltuariamente della sua permanenza in montagna tra i partigiani. Anzi arriverà a definirlo "il periodo più opaco" della sua carriera. "È una storia di giovani bene intenzionati ma sprovveduti - scriverà - e sciocchi, e sta bene tra le cose dimenticate". Qual è la causa di un giudizio così severo? L'esecuzione sommaria all'interno della banda di due giovani che con le loro azioni minacciavano la sicurezza e la vita stessa del gruppo partigiano può sicuramente aver contribuito. E tuttavia, la ricostruzione puntuale e documentata delle settimane che videro Levi passare dalla scelta antifascista alla lotta partigiana, apre altri scenari, suggerendo un legame di continuità tra la vita partigiana e la lotta per la sopravvivenza ad Auschwitz.
Ogni anno, dall’Italia, più di 60.000 visitatori raggiungono il Lager di Auschwitz; per lo più gruppi di studenti e di insegnanti, ma anche famiglie e singole persone. Dal 1959 il loro numero cresce continuamente, nonostante sia trascorso ormai più di mezzo secolo dalla sua liberazione. Chi si reca a O´swi¸ecim (Polonia) e visita il Lager di Auschwitz, che ha sede nel campo base, e poi raggiunge Birkenau, il campo di sterminio poco distante, spesso non riesce a capire come funzionava questo immenso centro di sterminio e di afflizione. Intorno a questo luogo memoriale immerso in un grande e profondo silenzio che lascia esterrefatti, la vita scorre e la città come i suoi abitanti cercano di mostrarsi per quello che sono oggi, senza riuscire a risolvere (ma si potrà mai?) il conflitto tra il presente e un passato che non passa. Per capire occorre arrivare a O´swi¸ecim preparati e informati, ma poi sul luogo che tra il 1940 e il 1945 vide morire più di un milione di ebrei e fu il Lager del martirio di un’Europa soggiogata dalla scure nazista, gli occhi guardano ciò che rimane senza troppo comprendere. Visitare Auschwitz è una guida ricca di informazioni, fotografie e mappe, di suggerimenti puntuali per aiutare il visitatore a entrare in ciò che resta oggi di questo terribile passato, un utile strumento per cominciare a ricostruire la storia del complesso concentrazionario e a rivivere con l’immaginazione i frammenti di vita quotidiana di molti dei deportati ebrei e non che vissero in questo luogo i loro ultimi giorni.
Quanti diari scrisse Anne Frank nel corso dei venticinque mesi della sua clandestinità? Il diario che la maggior parte di noi conosce ci dice proprio tutto di quello che accadde nell’alloggio segreto? Perché Anne, dopo avere scritto quasi ogni giorno un diario intimo, si decide a riscriverne una versione destinata alla pubblicazione?
E che cosa si può scoprire di più della vita segreta di Anne Frank se si mettono a confronto i diari privati con il diario destinato al pubblico? Questo libro racconta di un’Anne Frank spesso sconosciuta.
Inoltre, con l’aiuto di documenti e testimonianze, ricostruisce la vita e i pensieri di Anne dopo il suo arresto: il viaggio e la breve permanenza nel campo olandese di Westerbork, la sua drammatica esperienza di deportazione ad Auschwitz e infine l’ultimo trasferimento nel campo di Bergen Belsen dove morirà di malattia e di stenti.
Un libro necessario a tutti coloro che hanno già letto o che si propongono di leggere il diario di Anne Frank; per comprenderlo meglio, e per sentirsi più vicini all’esperienza umana, insieme unica e drammatica, della giovane ebrea oggi simbolo di tutti gli ebrei morti per mano dei nazisti.
Quindici anni dopo la fine della guerra due giovani, che nel settembre del '44 sono stati protagonisti su fronti opposti di una rappresaglia, si incontrano. Il destino vuole che si debbano parlare, dire tutto, chiarire ogni cosa, chiudere i conti. Inizia così un viaggio nella memoria di una guerra che ha spinto molti ragazzi a combattere l'uno contro l'altro, un cammino a ritroso per riscoprire le motivazioni profonde e i sentimenti laceranti che sono stati alla base di quelle scelte. Ne emerge un'Italia divisa e ferita, ma anche un'idea forte che suggerisce come la riconciliazione con questo passato possa avvenire solo se offerta dalle vittime ai loro aguzzini.
Arturo Finzi scopre di essere ebreo quando nel 1938 il regime fascista vara le leggi razziali. Da quel momento comincia a scrivere un diario in cui racconta le tappe della sua progressiva segregazione. La sua storia ricorda il dramma di tanti ragazzi ebrei italiani che hanno visto morire le loro speranze di vita e d'amore assai prima di ritrovarsi in un campo di sterminio. Fascia d'età: da 11 anni.