Nonostante i media ci colpiscano ogni giorno con immagini e notizie di omicidi, disgrazie e tragici incidenti, nella nostra società resiste un disagio di fondo nell'affrontare il tema della morte e della sofferenza che essa porta con sé. La morte tende a essere occultata, è stata trasformata in un fatto privato, da affrontare nell'intimità, nascondendo ogni manifestazione di emotività e sofferenza. Viene negato il dolore, la morte viene marginalizzata dalla quotidianità, viene istituzionalizzata negli ospedali. Jorge Tizón e Michele Sforza, psichiatri e psicoterapeuti, aiutano da anni le persone che hanno subito la perdita di una persona cara a percorrere il lungo e faticoso percorso che porta alla guarigione dalla sofferenza. E, come spiegano con grande competenza e sensibilità, hanno individuato la medicina più importante per il dolore del lutto: il dialogo, il contatto umano, la possibilità di portare alla luce del sole e offrire allo sguardo di chi ci sta vicino le difficoltà psicologiche che troppo spesso, invece, vengono trattate come disturbi inconfessabili. Affrontando non solo il tema generale del lutto, ma anche casi specifici e fornendo una grande quantità di consigli pratici, questo libro è un aiuto per capire che i "giorni di dolore" sono un momento fondamentale di crescita psicologica e, soprattutto, possono essere superati.
Privilegiando come oggetto di analisi la condizione del soggetto lavorativo, l'autrice assume a fenomeno simbolico del post-fordismo il mobbing, contrapposto e misurato a ridosso dell'altro fenomeno, l'alienazione, paradigmatico del male di lavorare del fordismo. Tali fenomeni, che sono funzionali a fornire la chiave di lettura di differenti modelli di organizzazione del lavoro e della società, oltre ad essere trattati con l'ausilio di teorie interpretative consolidate nel dibattito sociologico, assumono una veste innovativa, in quanto sono esplorati in relazione a due categorie concettuali, quella di isolamento con riferimento all'alienazione e quella di solitudine con riferimento al mobbing.