Errore giudiziario, crisi nazionale, momento fondante la modernità politica francese del XX secolo, il caso Dreyfus ci rimanda l'immagine concentrata delle tensioni e degli interrogativi che da allora investono le società di massa occidentali e il ruolo degli uomini di pensiero. Questo volume ripercorre le tappe essenziali di quel celeberrimo caso, dalla condanna nel 1894 alla riabilitazione nel 1906, dando la parola ai protagonisti dell'epoca e presentando per la prima volta in traduzione italiana la gran parte dei documenti proposti. Emergono così, in modo diretto, giudizi e testimonianze contrastanti su uno stesso evento, le tensioni ideali e gli argomenti che allora contrapposero dreyfusardi e antidreyfusardi, le strategie discorsive utilizzate dagli uni e dagli altri. La battaglia di una minoranza per la revisione del processo a Dreyfus è l'occasione storica in cui i ranghi prestigiosi dell'università e dell'arte reclamano il loro diritto di parola su una questione che non attiene né alla conoscenza specialistica né all'estetica. Li chiamano con disprezzo "intellettuali". Al principio di autorità contrappongono lo spirito critico, all'idea di una patria fondata su una fantomatica "razza" quella di una nazione formata da cittadini, all'ossessione per l'ordine sociale l'esigenza della verità e della giustizia, all'ingerenza della Chiesa le virtù della Repubblica laica.