L’itinerario è pensato per accompagnare gli operatori pastorali nella riscoperta della Sacra Scrittura nei processi di educazione alla fede. In particolare, gli autori, presentano 10 laboratori attraverso i quali approfondire il valore pedagogico ed educativo della narrazione Sacra.
Gli orientamenti nazionali CEI per l'annuncio e la catechesi Incontriamo Gesù (2014) invitano a considerare la mistagogia come un punto di riferimento per riqualificare la cura pastorale di preadolescenti e adolescenti. Finora tale riferimento è stato coniugato prevalentemente a partire dall'ispirazione catecumenale dei cammini di iniziazione cristiana e quindi in prospettiva catechetico-sacramentale. Manca quasi del tutto una adeguata prospettiva catechetico-pedagogica (e in assenza di tale approfondimento taluni suppongono che le istanze educative e quelle sacramentali si elidano). Il volume cerca anzitutto di colmare il vuoto nella ricerca relativamente alla dimensione catechetico-pedagogica e propone come tesi che i due indirizzi (educativo e sacramentale) non siano contrapposti ma si richiamino e si completino a vicenda. Alla luce di questa intuizione sintetica, esamina alcune proposte esistenti e suggerisce piste praticabile per la costruzione di un progetto pastorale di mistagogia con i ragazzi.
L'itinerario è pensato per accompagnare gli operatori pastorali nella riscoperta della prospettiva catechetica del linguaggio liturgico. Presenta dieci laboratori attraverso i quali approfondire il valore pedagogico ed educativo della dinamica liturgica. I laboratori sono divisi in tre tappe: un laboratorio introduttivo; il Battesimo (2 laboratori); la Confermazione (2 laboratori); l'Eucaristia (5 laboratori).
Il filo rosso che unisce i contributi del volumetto è l'accompagnamento. Un argomento su cui si è soffermato anche papa Francesco nell'esortazione Evangelii gaudium. «Lo scopo è riflettere sull'importanza di tale atteggiamento che, prima di essere educativo, è etico, perché vuol dire portare attenzione amorevole a colui che si accompagna; significa porsi accanto alla sua esperienza nello sforzo di allearsi ed entrare in sintonia con la sua vita per condividere il Vero, il Bene e il Bello verso cui andare» (dall'Introduzione). L'adulto che accompagna è colui che sente e vive la responsabilità generativa verso le generazioni successive; è colui che realizza la propria esistenza, rendendo possibile la vita dei più piccoli, di coloro di cui è responsabile. Il testo riflette sull'accompagnamento e sulla generatività integrando due prospettive: una lettura dell'accompagnamento attraverso una «profezia straniera» e un approfondimento teologico-catechetico sull'adultità come chiave della generazione e dell'iniziazione.
Formazione dei catechisti, a che punto siamo? L'autore di questo libro traccia un bilancio attraverso una lettura ragionata di alcuni documenti pastorali della Chiesa italiana elaborati nel dopo-Concilio (dal Documento Base del 1970 agli Orientamenti per l'annuncio e la catechesi "Incontriamo Gesù" del 2014) e del Direttorio generale per la catechesi. L'obiettivo è attivare laboratori per un cammino di formazione di base sulla catechesi e l'identità del catechista. In questa prospettiva le sei Schede operative contenute nel volume aiutano a fare sintesi delle indicazioni emerse e a maturare nuovi stili catechistici, capaci di innestare la "conversione pastorale" auspicata da papa Francesco.
La formazione degli operatori pastorali, e dei catechisti in particolare, si sta delineando sempre più come una sfida qualificante la credibilità dell'annuncio cristiano e la vitalità della Chiesa stessa, tanto da essere uno degli aspetti centrali degli Orientamenti per l'annuncio e la catechesi Incontriamo Gesù dei vescovi italiani. Il sussidio reagisce a tale sfida costruendo una proposta formativa organizzata in due versanti complementari: da una parte, attraverso laboratori interattivi, cura le dimensioni fondamentali dell'agire in catechesi (essere, sapere, saper fare, saper stare con e saper stare in); dall'altra, con schede espositive e dialogiche, approfondisce i quattro pilastri della catechesi (il Credo, i dieci Comandamenti, i Sacramenti e la preghiera) per accompagnare alla maturazione di una conoscenza sintetica, organica e ordinata del contenuto della fede. Il processo pedagogico proposto si articola in due anni. Nel primo anno viene messa a tema l'area metodologico-vocazionale, che lavora sull'identità del catechista e sulla sua capacità progettuale, focalizzando i pilastri della fede cristiana. Il secondo anno sviluppa l'area ecclesiologico-relazionale, portando l'attenzione agli aspetti comunitari e comunicativi della vita del catechista e completando gli approfondimenti tematici relativi al Decalogo e ai Sacramenti. Presentazione di Enzo Biemmi.
La formazione dei catechisti è un compito vitale perché dalla loro qualità dipende in gran parte la capacità evangelizzatrice delle nostre comunità. Pensata per un contesto di cristianità sociale, nel quale era sufficiente “nutrire” una fede già data, la formazione dei catechisti deve prendere atto della nuova situazione di pluralismo culturale e religioso, in cui la fede cristiana non è più un dato normalmente acquisito ma deve essere “generata” o “rigenerata”. Si avverte il bisogno di percorrere nuove vie ma si fatica a intuire la direzione verso cui muoversi.
In questo contesto si inserisce il presente studio che offre delle riflessioni teoriche e indicazioni operative stimolanti. Un primo elemento significativo è costituito dal ricorso a tutte e tre le dimensioni che animano la catechesi, quella teologica, pedagogica e comunicativa, strettamente intrecciate per dar vita a un quadro teorico capace di sostenere poi l’impianto formativo proposto. Un altro elemento qualificante è dato dall’opzione di pensare la formazione in termini di “competenze”. Per quanto riguarda le linee generali per una proposta formativa, nelle pagine del libro sono condensate le migliori intuizioni dell’attuale riflessione catechetica sulla formazione. Le scelte di metodo sono quattro: il gruppo di formazione inteso come micro-comunità empatica di pratica; il modello formativo del laboratorio, suggerito nella Nota pastorale del 2006; il “Progetto Personale di Formazione”, con le finalità di monitorare, valutare e orientare l’attività formativa; l’équipe dei formatori, che mette in campo un atteggiamento di cura qualificante e promovente l’autoformazione dei catechisti.