Diventare seed savers, ossia contadini custodi di semi e di piante biodiverse è un gesto "poetico" ma concreto. Questo libro vi spiega come coltivare la biodiversità, dalla terra alla tavola. Tutti possiamo essere custodi della "diversità" di semi e piante, sul nostro balcone o sul davanzale o nell'orto. Ma anche nella nostra cucina, attraverso le scelte alimentari quotidiane. Questo libro è un manuale di biodiversità domestica che spiega: dove acquistare o scambiare i "semi dimenticati", come coltivare piante di varietà "perdute" sul proprio balcone o nell'orto di casa, con le tecniche di base e gli esempi pratici, dove incontrare e conoscere le realtà e le comunità che promuovono gli scambi dei semi e si battono per la loro salvaguardia, la lista della "spesa biodiversa", dai mercati contadini ai gruppidi acquisto solidali, per la propria "sovranità alimentare", come promuovere e sostenere le economie alimentari locali. Con le storie straordinarie e una "mappa" dei seed savers in Italia. Con un testo di Pia Pera.
Un libro che racconta 20 storie di imprese, produzioni e progetti "minimi" e che descrive un modello economico e sociale proiettato "in direzione ostinata e contraria" rispetto al mainstream: quello delle produzioni agricole contadine, delle filiere corte, delle reti locali, delle imprese lillipuziane, dei piccoli Comuni virtuosi, dell'informazione indipendente, dei comitati contro lo scempio del paesaggio, delle "piccole opere", del crowdfunding, dell'economia delle relazioni, infine, per usare un'espressione sintetica. Qualche esempio. Una cooperativa agricola di proprietà di tutti che produce pasta bio pagando il giusto i suoi contadini, una "città visibile" e senza rifiuti, una fabbrica di cemento sottratta alla mafia, le forme di "piccola distribuzione organizzata", una Confindustria "etica" in Val di Susa, un documentario indipendente e altre imprese finanziate dal basso, un pescatore senza strascichi, i "folli" viaggi del turismo responsabile, le cooperative incarcerate, i ristoranti con l'anima e il cibo equo che viene da lontano, la banca che oggi finanzia l'Italia dell'economia solidale. E tante altre minuscole storie.
Mamma, butta la pasta! Non una qualsiasi, però. La pasta biologica, equa, solidale, artigianale è assai più buona di quella industriale e fa anche bene: ai produttori resistenti di cui raccontiamo le storie, che difendono la terra e il grano che vi cresce, al commercio equo, al movimento antimafia, alle imprese sociali. Un "valore aggiunto dei rigatoni" che si impasta con il piacere del palato e le antiche tradizioni. I migliori pastifici bio e artigianali, i mulini a pietra, i cereali antichi. E l'invito a fare la pasta in casa, perché sia farina del vostro sacco. Mettete su l'acqua.